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Spagna, ucciso per avere le bretelle con i colori della bandiera. Arrestato un antagonista

Victor Lainez, 55 anni, è stato ucciso con vari colpi alla testa fuori da un locale di Saragozza. L'uomo, aggredito da alcuni membri dei centri sociali, portava le bretelle con i colori della bandiera. L'aggressore è stato arrestato dalla polizia

Spagna, ucciso per avere le bretelle con i colori della bandiera. Arrestato un antagonista

Essere ucciso per portare le bretelle con i colori della bandiera del proprio Paese. Succede anche questo in Spagna, dove a volte, e soprattutto in alcuni posti, è preferibile non dire di considerarsi spagnolo né tantomeno di avere idee nazionaliste, perché le conseguenze potrebbero essere molto gravi. Quello che è accaduto a Saragozza la notte tra il 7 e l’8 dicembre è qualcosa di estremamente grave. Un uomo, Victor Lainez, 55 anni, è seduto in un bar del centro della città, El Tocadiscos, non lontano dal corso dell’Ebro e dalla Basilica della Madonna del Pilar. L’uomo è noto a tutti nel locale, anche per i suoi ideali politici, ma non ha mai avuto problemi con nessuno. Lo conoscono tutti come un motociclista, possiede una Harley, fa parte del gruppo di centauri Templarios MG Zaragoza (gruppo noto per la sua vicinanza all’estrema destra) ed è un fan della Legione, punta di diamante dell’esercito spagnolo. Il tempo di chiedere una birra, raccontano i testimoni, ed entrano quattro persone nel locale, due ragazzi e due ragazze. Lo riconoscono, vedono che porta le bretelle con la bandiera della Spagna, e inizia un piccolo battibecco che però sembra finire subito. Le solite accuse di essere un “facha”, un fascista, e la cosa sembra finire lì. Ma all’uscita di Lainez dal locale, arriva l’aggressione. Uno dei quattro prende un oggetto metallico e colpisce l’uomo alla testa con un oggetto metallico. Poi, secondo le testimonianze, anche gli altri colpiscono Lainez ripetutamente, mentre è a terra, lasciandolo con varie fratture e in stato di incoscienza. Viene portato all’ospedale centrale di Saragozza con fratture alla testa e con ematomi che gli hanno provocato la morte cerebrale. La sua morte è arrivata dopo cinque giorni di agonia.

La polizia è riuscita subito a individuare l’autore dell’aggressione, Rodrigo Lanza. Il personaggio è un noto appartenente al movimento di occupazione delle case, già condannato a nove anni di carcere per aver pestato un vigile a Barcellona lasciandolo su una sedia a rotelle. È uscito dal carcere definitivamente nel 2015, dopo tre anni di libertà provvisoria e si è trasferito con la compagna a Saragozza, passando le sue giornate nel centro sociale Kike Mur, uno stabile occupato. Subito dopo l’aggressione e l’arresto, Lanza, doppio passaporto canelo e spagnolo (non italiano come si diceva nelle prime ricostruzioni), si è difeso dicendo che si trattava di una montatura della polizia e che in realtà si era difesa da un’aggressione con un presunto coltello, mai rinvenuto. L’autopsia e le indagini del giudice che ha in mano il fascicolo dimostrano in realtà che l’aggressione si è prodotta molto probabilmente senza un primo attacco della vittima, tanto è vero che è stato un colpo ricevuto alla nuca, di spalle, ad essere decisivo per la vita di Victor Lainez.

La notizia di quest’aggressione non ha avuto una grande eco mediatica in Spagna. All’inizio pochissimi media hanno pubblicato notizie dettagliate e il primo a parlarne è stato un giornale locale. Solo dopo alcune ore, giorni, la notizia è iniziata a circolare per il Paese ma ancora non ha avuto il risalto che merita. Ed il motivo, per molti, è da ricercare nel fatto che l’aggressione sia stata verso una persona dichiaratamente nazionalista. È del tutto evidente che se l’aggressione fosse stata nei confronti di un indipendentista o di un uomo legato alla sinistra, questa violenza avrebbe avuto più risalto. Ma in Spagna, specialmente in questi anni, sembra quasi essere un problema parlare di violenza se è contro una persona che espone simbologie nazionali. E a dimostrarlo, sono anche le poche parole di conforto e le pochissime espressioni di solidarietà da parte del mondo politico. Alcune associazioni si sono riunite davanti al municipio di Valencia per esprimere solidarietà alla morte di Lainez e per denunciare il clima di odio che ormai corre in tutta la Spagna, ma si è trattato di associazioni di nicchia, piccoli circoli, entità culturali e politiche che non possono avere un risalto che invece avrebbe dovuto avere una condanna totale da parte di tutte le forze politiche.

La violenza politica non può avere alcun tipo di giustificazione.

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