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Sri Lanka, la condanna del "ministro" del Papa: "Barbara violenza islamista"

Il cardinale Robert Sarah sui terribili attacchi: "Mostrano ancora una volta come i seguaci di Cristo sono in tutto il mondo vittime di azioni folli e selvagge"

Sri Lanka, la condanna del "ministro" del Papa: "Barbara violenza islamista"

Il "ministro" del culto Vaticano, cioè il prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina di sacramenti, il cardinale Robert Sarah, ha commentato su Twitter il terribile molteplice attentato terroristico che ha colpito lo Sri Lanka nel giorno di Pasqua.

Il cardinale guineiano ha scritto: "mentre celebriamo la risurrezione del figlio di Dio, i terribili attacchi nello Sri Lanka mostrano ancora una volta come i seguaci di Cristo sono in tutto il mondo le vittime di azioni folli e selvagge. Condanno questa barbara violenza islamista. Preghiamo".

Parole dirette, chiare, che identificano chiaramente le vittime, "i seguaci di Cristo", e i carnefici, i fanatici islamici. Il cardinale Sarah, ammirato dai non progressisti e dai fedeli alla tradizione bimillenaria della Chiesa Cattolica, che mai ha criticato il pontefice regnante, Papa Francesco, è considerato unanimemente un grande uomo di preghiera ed è uno degli alti prelati che parlano e intervengono pochissimo sui media. Tuttavia quando interviene, come in questo caso sullo Sri Lanka, si fa sentire e le sue parole colpiscono nel segno.

Recentemente, a proposito di un pericolo islamista aveva detto che "i musulmani disprezzano l'Occidente ateo. Si rifugiano nell'islamismo rifiutando una società dei consumi che viene loro spacciata per religione. L'Occidente sarà in grado di offrire loro chiaramente la fede?". Ed aveva sostenuto la sua affermazione dicendo: "Il mio paese è in maggioranza musulmano (la Guinea). Credo di sapere di cosa parlo".

Sulla malsana tentazione di una parte della Chiesa di adottare le ideologie del mondo moderno, sotto il falso pretesto di aprirsi ad esso, il cardinale africano aveva spiegato che "la chiesa è Mater et magistra, madre e insegnante. La madre, naturalmente, ascolta il suo bambino, ma sta con lui soprattutto per insegnare, per impostare la direzione, perché conosce meglio dei suoi figli qual è la strada da percorrere.

Piuttosto si dovrebbe guidare il mondo ad aprirsi a Dio che è la fonte della nostra esistenza".

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