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Lo Stato islamico annuncia una "calda estate"

Lo Stato islamico invita i propri seguaci ad utilizzare il fuoco per incendiare le terre degli apostati

Lo Stato islamico annuncia una "calda estate"

Nel 183esimo numero del settimanale al-Naba, lo Stato islamico annuncia una “calda estate”, invocando attacchi incendiari contro le terre degli apostati. Non è la prima volta che i terroristi invocano il fuoco come arma strategica. Al riguardo, esiste una copiosa letteratura jihadista. Il fuoco è un’arma strategica dagli effetti esponenziali, poichè rappresenta un tipo di attacco qualitativamente diverso.

Il contatore del Ramadan 2019/1440

Al 22esimo giorno di Ramadan, sono 66 gli attentati rivendicati dallo Stato islamico in dodici paesi (dal computo finale vanno escluse le operazioni in Siria ed Iraq). L'ultimo venerdì di preghiera del Ramadan 1440/2019 cadrà il 31 maggio prossimo. Il Ramadan 1440/2019 si concluderà martedì 4 giugno, con l’inizio delle celebrazioni per l’Eid al-Fitr, una delle feste più importanti dell'Islam. L’Eid al-Fitr, letteralmente la festa della fine del digiuno, sancisce l’inizio decimo mese del Calendario lunare islamico, Shawwal.

Stato islamico: The Temporary Fall of Cities as a Working Method for the Mujahideen

Nel 183esimo numero del settimanale al-Naba, terzo canale dell’architettura Idra, lo Stato islamico continua ad elargire consigli sulla guerriglia urbana nel quarto approfondimento della rubrica The Temporary Fall of Cities as a Working Method for the Mujahideen. Il primo approfondimento, pubblicato nel 181esimo numero di al-Naba, era dedicato alla velocità di esecuzione ed all'efficienza delle tattiche per colpire i bersagli prescelti, sia interni (province) che esterni (Occidente). Nel primo approfondimento si elargiscono consigli sulla capacità di acquisire informazioni utili (valutazione tattica) da sfruttare per massimizzare l'azione (attentato) in svariati contesti (urbani e non). Nel secondo approfondimento della rubrica sulla guerriglia urbana, pubblicato nel 182esimo numero di al-Naba, si parla della creatività dei piani di azione. Attacchi che dovranno essere "rapidi, letali ed immediati". Al-Naba ripropone il concetto di sopravvivenza ("lasciate l'area dopo l'attacco") che abbiamo visto nell'evoluzione VBIED in contesto urbano, sebbene quest'ultima era concepito per il breve termine. Consigli tattici che possiamo racchiudere in una frase: l'attentato è un'azione asimmetrica, sorprendente e violenta che bilancia immediatamente, ma per un brevissimo lasso di tempo, le forze sul campo. Negli ultimi tre numeri di al-Naba, vi sono contenute delle precise informazioni su bersagli e procedure.

I distaccamenti di monitoraggio

Negli ultimi tre numeri di al-Naba, lo Stato islamico fa riferimento a delle cellule di monitoraggio attive all'estero. Tali distaccamenti operativi di monitoraggio (non sappiamo se esistano realmente, potrebbe sempre essere propaganda) sarebbero attivi anche sul suolo europeo. Ribadiamo che negli ultimi tre numeri non si fanno riferimenti specifici ad una nazione in particolare, ma si invitano i mujaheddin a fare ricorso alle guide dei distaccamenti operativi di monitoraggio per ottenere informazioni.

Stato islamico: “Sarà una calda estate”

Da giovedì scorso, gli organi ufficiali dello Stato islamico e le sigle simpatizzanti utilizzano sempre più spesso questa frase يبدو أنه سيكون صيفا ساخنا che potremmo tradurre come "Sembra che sarà una calda estate". Sia al-Naba che le sigle pro-Is come Al-Abd Al-Faqir, hanno dato vita a quella che sembrerebbe essere una nuova campagna mediatica per promuovere attacchi incendiari su larga scala "sulla scia di quelli che hanno devastato gli insediamenti ebraici in Palestina”. Nel 183esimo numero del settimanale al-Naba, ad esempio, si legge che “centinaia di ettari di terreni agricoli sono stati incendiati in Iraq e Siria dai combattenti dello Stato islamico”. Si annuncia una “calda estate” e si invitano i seguaci ad utilizzare il fuoco per incendiare le terre (non solo in senso bucolico) degli apostati. Non è la prima volta che i terroristi invocano il fuoco come arma strategica. Il fuoco è una opzione rapida che non richiede l’utilizzo di armi, esclude il corpo a corpo e non pressupone il martirio.

Il fuoco come arma strategica: tecnologia primitiva ad alto impatto

Il fuoco è da sempre un'arma interessante per diversi motivi. Accendere un fuoco richiede poca o nessuna formazione a vantaggio di un immediato ciclo decisionale. Fiamme e fumo possono penetrare le difese con estrema letalità. E' un'arma che bypassa la forza militare convenzionale. Ogni attentato presenta dinamiche particolari, ma gli incendi, primari o secondari, complicano le operazioni di soccorso ed aumentano drasticamente la letalità degli attacchi. Il fuoco può essere un sottoprodotto di un'esplosione e potrebbe essere il risultato di un attacco IED. Il fuoco rende la risposta tattica più difficile ed attrae una copertura globale dei media. Gli attacchi terroristici sono spesso accuratamente coreografati per attirare l'attenzione dei media elettronici e della stampa internazionale. Ecco perché il fuoco è considerato come un’arma strategica dagli effetti esponenziali: rappresenta un tipo di attacco qualitativamente diverso ed imprevedibile per una tecnologia primitiva concentrica ad alto impatto. Il fuoco, associato al fumo, è in grado di disorientante una forza di reazione rapida, inibire l'ingresso verso il bersaglio. A loro volta le fiamme creano perimetri difensivi vivi e pericoli strutturali. Questi fattori rappresentano delle sfide significative per le operazioni antiterrorismo. Un incendio doloso potrebbe essere utilizzato come diversivo, per rallentare o sopraffare i soccorritori (ecco perchè è essenziale proteggere la forza antincendio da qualsiasi minaccia esterna), all'interno di un più ampio attacco. Da rilevare la peculiare asimmetria del fuoco. Basti pensare ad un aereo. Quest’ultimo associa elementi unici come un ambiente ricco di ossigeno, la natura sensibile dei controlli avionici, la presenza di migliaia di litri di carburante, il fumo tossico che risulta dalla plastica accese ed altri materiali che compongono un aereo. I dispositivi incendiari, possono essere realizzati con materiali facilmente disponibili come benzina e kerosene. Minime capacità, infine, sono richieste per la produzione di un composto incendiario come la termite, con polvere di alluminio ed ossido di ferro.

kite Terrorism

Gli aquiloni incendiari sono incredibilmente facili da realizzare (plastica, legno ed un barattolo contenente il liquido infiammabile) e quasi impossibili da abbattere. In condizioni atmosferiche favorevoli, garantiscono un efficace ed indiscriminato livello di distruzione. Ed anche se venissero colpiti, il materiale infiammabile si disperderebbe comunque sul terreno (ecco perchè sono anche chiamati Molotov kites).

Il fuoco, l’arma strategica preferita dai terroristi

Nel quinto numero del magazine Rumiyah, pubblicato nel gennaio del 2017, lo Stato islamico ha aggiornato le sue linee guida per compiere attentati, suggerendo l’utilizzo del fuoco. L’intero magazine in lingua inglese è dedicato agli attacchi incendiari sulla scia di quelli “che hanno devastato gli insediamenti ebraici in Palestina”.

“Il fuoco rappresenta un’opzione rapida per coloro che intendono aderire alla nostra campagna contro gli infedeli. E’ una tattica che non richiede l’utilizzo di armi, come avvenuto a San Bernadino ed Orlando né di veicoli come quelli utilizzati in altri attacchi. Con alcuni materiali semplici e facilmente accessibili (cioè infiammabili), si può facilmente terrorizzare un'intera nazione”. Spesso citato da al Qaeda, l’impiego del fuoco è ritenuto il più semplice in assoluto per eseguire attacchi potenzialmente devastanti. Nella prima edizione della rivista Inspire di al Qaeda, Nasir al-Wahayshi incoraggiava gli aspiranti jihadisti a bruciare le foreste e gli edifici per incutere terrore nei cuori dei loro avversari. Tema poi approfondito nel nono numero di Inspire, con foto tutorial che mostravano come costruire ordigni incendiari a tempo. Inspire raccomandava di colpire le aree urbane adiacenti alle aree boschive, così da distruggere le risorse naturali, strutture e veicoli. In quel numero anche una fatwa che sosteneva la liceità religiosa nel dare fuoco ai boschi.

Stato islamico, gli attacchi incendiari

L’articolo Arson Attacks del quinto numero di Rumiyah, spiega minuziosamente le caratteristiche ed i vantaggi nel compiere un attentato con il fuoco. “Nel corso della storia, gli attacchi incendiari hanno giocato un ruolo significativo nella guerriglia, così come nel terrorismo portato dai lupi solitari. Tali attacchi hanno provocato di distruzione di intere città, quartieri pubblici, privati e di proprietà governativa. Un attacco incendiario, infine, causa elevate vittime”. Nel lungo articolo, si afferma che un jihadista sia stato il responsabile di un attacco incendiario avvenuto nella città di Losino-Petrovsky, nella Russia europea centrale che ha causato ingenti danni. “Il nostro fratello ha dato una lezione ai crociati e dimostrato quanto sia distruttiva un’operazione che può essere portata a termine con una facilità disarmante. L'incendio è stato appiccato al piano terra del primo edificio. Le fiamme si sono propagate nei restanti piani fino a raggiungere gli edifici limitrofi. Le fiamme hanno avvolto per tre giorni le strutture, causando grandi perdite finanziarie per i crociati russi. L’unica cosa che serve al mujahid per appiccare un incendio è una sostanza infiammabile di qualche tipo. Le fiamme distruggeranno le case dei crociati ed uccideranno molti di loro. Tutto ciò che serve al mujahid è acquisire la sostanza infiammabile che intende utilizzare, selezionare il suo obiettivo e determinare il momento migliore per l'esecuzione. Le sostanze infiammabili fanno parte della vita di tutti i giorni. Gli attacchi incendiari sono estremamente difficili da prevenire. Per scatenare un attacco incendiario serve soltanto un bidone di benzina: quest’ultima può essere acquisita in qualsiasi distributore di carburante ed è una procedura che non desterà sospetti”.

Claiming Responsibility for the Attack, la responsabilità degli attacchi

Nel gennaio del 2017, lo Stato islamico si interessò per la prima volta al problema della rivendicazione per gli attacchi compiuti. Nella sezione Claiming Responsibility for the Attack, lo Stato islamico suggerisce ai terroristi di “portare con se una bomboletta di vernice spray o un pennarello indelebile, così da apporre la propria firma per comunicare al mondo che l’attacco è stato effettuato da un soldato del Califfato”.

“Preparate un semplice messaggio su un pezzo di carta in cui dichiarate l’appartenenza allo Stato islamico. Spiegate brevemente il movente ed includete parole e provocazioni che possano fare infuriare i miscredenti. E' necessario prestare cautela nel preservare il messaggio che dovrà restare integro. Ad esempio, potrebbe essere incollato ad un mattone ep oi lanciato attraverso la finestra di un immobile occupato, vicino la scena dell’attacco. L’immobile prescelto per lancaire il messaggio, dovrà restare integro. Non sminuite il valore degli attacchi incendiari. Essi causano grande distruzione economica, caos emotivo e possono essere ripetuti con estrema facilità. Anche se tali attacchi non sempre comportano l'uccisione dei nemici, Allah ha promesso di premiare il mujahid semplicemente per aver danneggiato i crociati”.

Le precauzioni

“Agite in tarda notte anche se il momento ideale sarebbe all’uscita da un qualche edificio: in questo modo aumentano le probabilità di uccidere o ferire. Non gettate del carburante sulle fiamme, ma limitatevi a lanciare il mix incendiario da una posizione di sicurezza".

I consigli della rubrica Arson Attacks e Claiming Responsibility for the Attack, pubblicati su Rumiyah nel gennaio del 2017, sono state in parte ripresi da al-Naba. Il concetto di sopravvivenza, prima concepito soltanto nel medio termine, adesso è stato rivisto per "colpire e terrorizzare" velocemente, non presupponendo necessariamente la morte del terrorista.

I luoghi ideali ed i cocktail Molotov

“Case, condomini, aree forestali adiacenti alle zone residenziali, fabbriche che producono automobili, mobili, abbigliamento, stazioni di servizio, ospedali, bar, discoteche, locali notturni, banche , autosaloni, scuole, università, così come le chiese e le moschee sciite. Le molotov sono tristemente famose per causare morte e distruzione con il minimo sforzo. Per massimizzare la propagazione delle fiamme, sarebbe opportuno creare il cocktail Molotov”.

Lo Stato islamico suggerisce agli aspiranti piromani di immergere del polistirolo nel contenitore della soluzione infiammabile. E’ una tecnica nota ed ottimizzata durante la seconda guerra mondiale. Il polistirolo a contatto con la benzina genera un surrogato del napalm. Una volta incendiata, la sostanza aderisce alle superfici con cui viene a contatto. Un vantaggio di queste armi è il contenimento del danneggiamento causato al bersaglio designato con poco o nessun effetto negativo alle aree circostanti, come nel caso di un esplosivo. L'incendio doloso può essere utilizzato in combinazione con altre armi e tattiche per incrementale la letalità di un attacco. La tattica continuerà ad evolversi.

L'equazione di un attentato è sempre dinamica.

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