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Stato islamico, l'Iraq conferma il ferimento di al-Baghdadi in un raid

Il leader dello Stato islamico colpito in un attacco aereo al confine con la Siria. Un falso annuncio sulla sua morte su twitter. Sarebbero rimasti uccisi altri nomi di spicco del gruppo

Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul
Abu Bakr Al Baghdadi, in una rara immagine che lo ritrae in moschea a Mosul

Una dichiarazione del ministero dell'interno iracheno si è unita oggi alle voci che volevano Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is), ferito in un attacco aereo al confine con la Siria, confermando la notizia.

Secondo l'agenzia stampa irachena Nina, il dicastero è convinto della fondatezza delle informazioni emerse negli ultimi due giorni. Ancora ieri gli Stati Uniti avevano sostenuto che né l'uccisione, né il ferimento di al-Baghdadi potevano essere confermati.

Sabato il canale tv al Hadat, legato ad al Arabiya, aveva parlato persino della morte del leader dell'Is, una notizia poi non supportata da altre fonti. Altrettanto falsa la notizia del decesso pubblicata su twitter da un profilo (@AlJaafariIraq) registrato poche ore fa e che pretende di parlare per il ministro degli Esteri Ibrahim al-Jaafari.

Nello stesso attacco in cui è rimasto ferito al-Baghdadi, secondo le autorità irachene, sarebbero stati uccisi altri leader dello Stato islamico. Il ministero della Difesa iracheno sostiene sia morto anche Abu Muslim Turkmen, considerato il braccio destro del leader.

La televisione di Stato irachena ha aggiunto che vicino a Falluja sarebbe morto anche un altro aiutante di al-Baghdadi, Abu Huthaifa al-Yamani, senza però spiegare quando sarebbe avvenuto l'attacco che lo ha ucciso. Per Reuters la notizia non è al momento verificabile.

Di oggi anche la notizia che Ansar Bayt al-Maqdis, gruppo jihadista egiziano, avrebbe giurato ufficialmente fedeltà allo Stato islamico. Già nelle scorse settimane si era parlato di un possibile avvicinamento alle posizioni dell'Is.

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538em;">'organizzazione, già legata ad al-Qaeda, si è resa responsabile di numerosi attacchi nel Sinai e in altre aree del Paese, decapitando anche alcuni uomini, accusati di collaborare con Israele.

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