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Uno studio dell'Istat spagnolo traccia i dati dei cellulari privati

L'Istituto di ricerca nazionale spagnolo, grazie ad un accordo con tre compagnie di telecomunicazione, utilizza i dati provenienti dai cellulari dei cittadini per realizzare una ricerca sulle loro abitudini di spostamento e smentisce il rischio di danni alla privacy individuale

Uno studio dell'Istat spagnolo traccia i dati dei cellulari privati

Uno studio mette la privacy degli spagnoli è a rischio? Non secondo l'Ine, l'istituto nazionale spagnolo equivalente all'Istat Italiano, che ha suscitato non poco stupore per le modalità con cui realizza uno studio su alcune abitudini degli spagnoli. L'ente intende monitorare la distanza del luogo di lavoro o di studio dei cittadini da quello di residenza, mentre in estate è interessato a conoscere dove e per quanto tempo le persone vanno in vacanza. Per raggiungere questo scopo l'istituto, grazie alla collaborazione (pagata) delle tre principali compagnie di telecomunicazione nazionale, Movistar, Vodafone ed Orange utilizzerà i dati provenienti dai telefonini dei cittadini che, per sfuggire all'indagine, dovranno spegnere il cellulare, tenerlo in modalità aereo oppure non usare la rete 4G ma semplicemente il Wifi.

Secondo l'istituto di ricerca, la modalità con cui verranno ottenute le informazioni necessarie non presenta problemi di legalità poichè i dati verranno forniti in forma anonima dagli operatori della comunicazione. In nessun caso, infatti, saranno divulgate le informazioni personali di utenti specifici ma esse verranno, invece, presentate in aggregato, senza che si possa risalire all'identità specifica di qualcuno. Quest'iniziativa è uno studio sperimentale e praticamente pionieristico in Europa: solamente in Olanda e su scala minore si era agito in modo simile. L'eterno scontro tra i sostenitori della privacy ad oltranza e gli enti pubblici o privati affamati di sempre nuove e più specifiche informazioni è destinato ad arricchirsi di un nuovo capitolo.

Chissà se in futuro anche altre nazioni del Vecchio Continente adotteranno un approccio simile per acquisire dati dai privati in merito ad alcune abitudini della loro vita e se ciò spingerà o meno gruppi di cittadini a ricorrere a vere e prorie battaglie legali per proteggere la propria privacy.

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