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La Svezia mette in scena il lato umano dei terroristi: infiamma la polemica

Sta facendo scalpore in Svezia la scelta del teatro di Göteborg di mettere in scena l'opera "Il Jihadista", che mostra il lato umano dei foreign fighter, anche dopo l'attentato di Stoccolma

La Svezia mette in scena il lato umano dei terroristi: infiamma la polemica

Il teatro comunale di Göteborg sta facendo discutere per la scelta, in primo luogo, di mettere in scena lo spettacolo "Il Jihadista", e poi di rimuoverla dalla programmazione dopo l'attentato terroristico di Stoccolma.

L'opera controversa, che narra le gesta del 22enne Ilias che parte per la Siria per unirsi a un'organizzazione terroristica, ha debuttato nella città svedese a fine marzo. Il copione è stato scritto sulla base di interviste fatte a veri jihadisti, ai loro amici e famiglie, e a membri del governo.

La messa in scena ha suscitato reazioni opposte tra gli svedesi, con i critici che la accusano di "umanizzare" i terroristi e di dipingere un'immagine "romantica" degli svedesi partiti per il Medioriente per unirsi ai jihadisti.

Il Jihadista

I "foreign fighter" svedesi

Negli ultimi anni, infatti, centinaia di svedesi sono partiti per la Siria e molti sono già tornati in patria, costituendo la principale minaccia contro la società. Dalla città di Göteborg, in particolare, è partita la più alta percentule di "foreign fighter" svedesi: 80 persone partite per arruolarsi nelle fila dell'Isis.

Di queste, si stima che almeno 20 siano ritornate, ma le autorità cittadine hanno difficoltà a identificarle. Perciò, ad oggi, questi jihadisti sono liberi di muoversi e non sono incriminati.

Solo questa settimana, la proposta del capo della polizia di Göteborg, Erik Nord, di espellere chi supporta l'estremismo violento è stata rigettata dal monistro della Giustizia Morgan Johansson.

La difesa dell'autore

L'autore e regista dello spettacolo, Johan Gry, tha spiegato a SVT, la televisione nazionale, che "Il Jihadista" non cerca di giustificare in alcun modo le azioni dei terroristi: lo scopo, semmai, è di cercare di capire la persona che si cela dietro il terrorista, di "osare e vedere un essere umano" in un terrorista. "Perché se non osiamo mai fare ciò, deumanizziamo la persona nello stesso modo in cui loro deumanizzano le loro vittime. E se non capiamo mai, o per lo meno non cerchiamo di capire la persona, non saremo mai in grado di risolvere i loro problemi", ha detto.

Molti, però, non hanno percepito l'opera così come era nelle intenzioni degli autori. "L'Isis sta commettendo un genocidio in Iraq. Per me, l'opera è un tradimento di tutte le vittime e di tutte le donne a cui l'organizzazione terroristica ha rapito i figli", ha commentato il parlamentare Robert Hannah.

Altri hanno polemicamente fatto notare che il "vezzeggiamento dei terroristi" non dovrebbe essere finanziato con le tasse dei cittadini di Göteborg.

L'attentato di Stoccolma

La polemica si è ulteriormente inasprita dopo l'attentato terroristico che lo scorso venerdì ha provocato 4 morti e 15 feriti a Stoccolma. Soprattutto dopo che il teatro ha annunciato di non avere la benché minima intenzione di interrompere la messa in scena del controverso spettacolo.

"Il Jihadista", si è giustificato il teatro, è diventato ancor più importante dopo l'attacco mortale con il camion, che tra gli altri ha ucciso anche una bimba di 11 anni. Pontus Stenshäll, il direttore artistico del Göteborg City Theater insiste che si tratta di "un problema serio e terribile di cui dobbiamo parlare".

Dopo la performance, infatti, sono previsti panel di discussione con degli esperti che affronteranno il tema di cosa spinge un giovane ad andare a combattere per la causa dei terroristi e anche l'attentato di Stoccolma.

Le reazioni in Italia

Il deputato della Lega Nord, Paolo Grimoldi, commentando la notizia si domanda se qualcuno nel mondo teatrale svedese soffra "della sindrome di Tafazzi, perché se è vero che non tutti gli islamici sono dei terroristi è anche vero che finora tutti i terroristi che hanno insanguinato l'Europa falciando centinaia di vite erano tutti islamici, compreso l'attentatore di Stoccolma.

Vorrei davvero capire l'opportunità di mandare in scena uno spettacolo che "umanizza" la figura del jihadista pronto a immolarsi per la sua causa sanguinaria è folle quando ci sono famiglie, a Stoccolma, che hanno appena sepolto i loro cari falciati dal camion dell'attentatore".

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