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Terrorismo, l'Italia rinuncia ​a processare mullah Krekar

Il gip di Trento ha revocato l'ordinanza di custodia cautelare, rendendo nulla la richiesta di estradizione dalla Norvegia. Che era stata accettata proprio nei giorni scorsi

(foto da Wikipedia)
(foto da Wikipedia)

L'Italia non processerà il mullah Krekar, l'estremista sunnita di origini curde ritenuto a capo di una rete terroristica jiadhista.

Il gip di Trento ha revocato l'ordinanza di custodia cautelare, facendo cadere quindi la richiesta di estradizione di Najmuddin Faraj Ahmad, in Norvegia dal 1991. Solo qualche giorno fa però la Corte suprema di Oslo aveva dato il suo ok perché il mullah tornasse in Italia.

Il mullah Krekar, 60 anni, è la guida del gruppo integralista Ansar al-Islam ed è accusato di aver diretto una rete terroristica che progettava attentati in Europa e in Medio Oriente. Vive in Norvegia come rifugiato dal 1991 ed era accusato dalle autorità italiane di essere la mente di cellule radicali collegate all'Isis. Il mullah si è sempre difeso sostenendo che il suo unico scopo era quello di dare vita a un partito politico per operare nel Kurdistan iracheno.

Krekar era stato arrestato nel novembre del 2015 in Norvegia, a seguito di un'indagine dei carabinieri del Ros seguita da un blitz per smantellare un'organizzazione composta da 16 curdi e un kosovaro, radicata in diversi Paesi europei. Secondo gli investigatori italiani, Krekar attivo nel reclutamento di volontari era il "capo assoluto" dell'organizzazione, la cui cellula più importante operava a Merano. In Norvegia aveva minacciato di morte il premier conservatore, Erna Solberg.

Il suo avvocato, Brynjar Meling, ha salutato la decisione e la prossima liberazione di Krekar come "una vittoria del diritto": "Si tratta di una sconfitta per quanti intendevano nascondere una espulsione dietro una domanda di estradizione".

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