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Tunisia, alle presidenziali c'è anche un candidato gay

Tra le 56 persone che hanno già presentato la loro candidatura alle elezioni presidenziali tunisine, in programma il prossimo 15 settembre, c'è anche il leader del Partito liberale tunisino, Mounir Baatour, dichiaratamente omosessuale

Tunisia, alle presidenziali c'è anche un candidato gay

Il 9 agosto è una data storica per la politica della Tunisia e di tutto il mondo arabo. Non tanto per la scadenza della presentazione delle candidature alle elezioni anticipate del 15 settembre per designare il successore dell'ex presidente Beji Caid Essebsi, morto lo scorso 25 luglio a 92 anni. Ma per la presenza tra i candidati di Mounir Baatour. Leader del Partito liberale e avvocato cassazionista, Baatour ha una particolarità non da poco: è dichiaratamente gay e sostenitore dei diritti della comunità Lgbt.

Una grande novità per la Tunisia e per tutto il mondo arabo, stranamente osteggiata da 18 gruppi che difendono gli stessi diritti, i quali recentemente hanno firmato una petizione contro Baatour ritenendo che "rappresenti non solo una minaccia, ma anche un grande pericolo per la nostra comunità". Una dichiarazione di guerra che tuttavia lascia indifferente il leader dei liberali tunisini, che non sembra dare grande attenzione alla questione dei suoi gusti sessuali. "Il fatto che sia gay non cambia niente, è una candidatura come tutte le altre - afferma - e ho un programma economico, sociale, culturale ed educativo per tutto quello che riguarda la vita quotidiana dei tunisini". I suoi nemici gli rinfacciano la condanna a 3 mesi di reclusione nel 2013 per sodomia con uno studente 17enne (accusa sempre negata dal leader liberale). Attivista dei diritti gay con la sua associazione Shams che da sempre si batte contro la criminalizzazione dell'omosessualità (in Tunisia è reato con una pena fino a 3 anni di carcere), Baatour evidenzia che "non ci sono stati progressi in merito", ritenendo di essere la persona più indicata a "cambiare la società tunisina".

Le altre candidature

Oltre a Baatour, sono già 55 le candidature presentate alla Commissione superiore indipendente per le elezioni (Isie). Per la prima volta dalla Rivoluzione dei Gelsomini del 2011, che pose fine al governo di Ben Alì, il partito islamico Ennahda presenta un suo candidato: si tratta del 71enne Abdelfattah Morou, avvocato, numero due della forza politica e presidente ad interim del Parlamento tunisino, considerato tra i leader più moderati di Ennahda. Tra i candidati ci sono anche l'ex presidente ad interim Moncef Marzouki, l'ex ministro tunisino della Difesa Abdelkarim Zibid, che si è dimesso per scendere in campo in vista delle elezioni, e il leader del partito Al cuore della Tunisia e patron della tv Nessma, Nabil Karoui. L'elenco definitivo dei candidati alla successione del vecchio presidente Beji Caid Essebsi sarà resa nota il 31 agosto, mentre la campagna elettorale durerà dal 2 al 13 settembre.

In origine il voto si sarebbe dovuto tenere il 17 novembre, ma si è deciso di anticiparlo per la morte dell'ex presidente.

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