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Turchia, esercito in allerta e pronto al combattimento

Il livello di allerta è stato ordinato dal Ministero della Difesa turco. Erdogan: "Ad essere violato è stato lo spazio aereo della Nato, se altre violazioni dovessero verificarsi, Mosca ne pagherà le conseguenze"

Turchia, esercito in allerta e pronto al combattimento

Le principali basi della Turchia hanno dichiarato lo stato di allerta “orange”. Il codice arancione significa che in qualsiasi momento le forze armate devono essere pronte sia a difendersi da un nemico che a lanciare un attacco contro un paese ostile. L’allarme rosso, invece, è il massimo livello di preparazione in vista di un attacco nemico ritenuto imminente.

Il livello di allerta è stato ordinato dal Ministero della Difesa turco ed è stato riferito dall’agenzia di stampa Anadolu.

Poche ore fa, il ministero degli Esteri turco ha convocato ad Ankara l’ambasciatore russo a causa dell’ennesima presunta violazione dello spazio aereo del Paese ad opera di un caccia Su-34 russo. Il ministero della Difesa russo ha negato tali accuse. Lo stesso portavoce del Ministero della Difesa, Igor Konashenkov ha respinto le dichiarazioni di Ankara, definendole come "assoluta propaganda". I radar siriani e russi – ha spiegato Konashenkov – non hanno rilevato alcuna violazione, non c’è stato alcun contatto radio tra le nostre forze aeree ed i turchi.

Per i turchi, invece, la violazione sarebbe avvenuta così come sarebbero stati effettuati anche gli avvertimenti radio sui canali tradizionali e di emergenza. Poco prima di lasciare il paese per un viaggio istituzionale in Cile, il presidente Tayyip Erdogan ha nuovamente confermato la violazione dello spazio aereo turco ad opera del Su-34 russo. Ad essere violato è stato lo spazio aereo della NATO – ha aggiunto Erdogan dall’Istanbul-Atatürk – se altre violazioni dovessero verificarsi, Mosca ne pagherà le conseguenze. Erdogan, infine, ha confermato che Vladimir Putin non ha ancora risposto alla richiesta di un incontro ufficiale tra i due capi di stato. La crisi diplomatica tra Mosca ed Ankara si è aperta lo scorso 24 novembre, quando due F-16 intercettarono un Su-24 russo, nello spazio aereo turco al confine tra Turchia e Siria, sopra la regione Yayladagi. Dopo l'incidente, la Russia ha imposto una serie di sanzioni economiche unilaterali contro la Turchia, tra cui un divieto di importazione per i prodotti alimentari.

Il 30 novembre, il primo ministro turco Ahmet Davutoglu, in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale della NATO, ha dichiarato che il Paese non avrebbe chiesto scusa ai russi per aver “svolto il sacrosanto dovere di proteggere i confini”.

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