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Turchia, Erdogan è di nuovo Sultano Ma le opposizioni contestano

La coalizione di Erdogan in vantaggio con il 53% dei voti. Il presidente deve superare il 50% per essere eletto al primo turno

Turchia, Erdogan è di nuovo Sultano Ma le opposizioni contestano

I dati danno ragione al Sultano. Erdogan, dopo il 90% di schede scritinate alle elezioni legislative, risulta ancora il vincitore di questa tornata elettorale presidenziale e parlamentare. I dati che arrivano dalla Turchia parlano di un 53,56% delle preferenze per a coalizione dell'Akp contro il 30,29% del candidato repubblicano Muharrem Ince. Dietro si posizionano, per ora, Meral Aksener della neoformazione nazionalista Iyi Parti con il 7,48% e Selahattin Demirtas del Partito Democratico filo-curdo (HDP) al 7,6%.

Il presidente sembra ormai lanciato verso il mantenimento della presidenza già al primo turno. Secondo la legge elettorale, infatti, basta ottenere più del 50% al primo turno per essere eletto senza bisogno di ricorrere al ballottaggio. Ma Erdogan non può cantare vittoria. Il partito di Erdogan, l'Akp, non ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi. Dunque per governare dovrà affidarsi ai voti degli ultra nazionalisti.

Sul fronte dei partiti, infatti, al momento l'Akp del presidente, Recep Tayyip Erdogan, è al 42,8% e il nazionalisti dell'Mhp (alleati in coalizione con il Akp) sono al 11,3% (per un totale di 54,4%. Un risultato che garantisce a questa coalizione 342 voti, molto oltre la maggioranza assoluta di 301 seggi nel nuovo parlamento turco, che in virtù della riforma costituzionale in senso presidenziale passa da 550 a 600 parlamentari). Al 22,47 è invece il socialdemocratico Chp, in alleanza con il nazionalista Ivy (10%) e l'islamista Saadet (1%). In totale raggiungono il 33,9% conquistando 192 seggi. L'Hdp, il partito filo-curdo guidato da Selahattin Demirtas, il leader in carcere dal 4 novembre 2016 per terrorismo, dovrebbe essere riuscito a superare la soglia del 10%.

Si tratta di un voto storico per la Turchia: dopo la riforma costituzionale, infatti, il vincitore diventa il 'super-presidente' con un grande potere di fronte ad un Parlamento molto ridimensionato. "Abbiamo dato a tutti una lezione di democrazia. Nessuno si azzardi a danneggiare la democrazia gettando ombre su questo risultato elettorale, per nascondere il proprio fallimento", ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan, ad Ankara, da dove ha seguito lo spoglio delle schede.

Le opposizioni intanto protestano. "In base alle informazioni in nostro possesso al 5% dello spoglio il nostro candidato aveva il 40% ed Erdogan il 46%", ha denunciato il portavoce Bulent Tezcan, con accuse poi riprese dal candidato repubblicano Muharrem Ince. "Ci rifiutiamo di lasciare i seggi e smettere di seguire il conteggio, il dato che vedeva Erdogan al 59,8% con lo scrutinio al 20% è falso, così come i dati diffusi quando lo spoglio era al 39%. Seguiamo minuto per minuto le manipolazioni dell'Akp". Ma dal palco il presidente chiude la porta a possibili sorprese: "Spero che nessuno danneggi la democrazia gettando ombre sul risultato del voto per nascondere il proprio fallimento", ha detto.

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