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Turchia, l'esercito collaborò con Isis

Attraverso un contatto con un emiro dello Stato Islamico hanno fatto passare amri e combattenti dal confine turco-siriano

Turchia, l'esercito collaborò con Isis

Emergono nuove prove della collobrazione tra Turchia e Stato Islamico. Dopo i fotogrammi presentati dai russi, in cui si vedono cisterne colme di greggio dell'Isis entrare in Turchia, destinate probabilmente al mercato interno e in parte destinata alla vendita all'estero per la raffinazione, arrivano pesanti accuse dal quotidiano turco di opposizione laica Cumhuriyet. Uno scoop che svela infiltrazioni dello Stato islamico alla frontiera turco-siriana.

Alcune intercettazioni telefoniche risalenti al novembre 2014 proverebbero infiltrazioni dello Stato Islamico alla frontiera turco-siriana. Una denuncia quel giornale turco che colpisce direttamente membri dell'esercito del presidente Recep Tayyp Erdogan. Nelle telefonate si sentono alcuni ufficiali dialogano amichevolmente con Mustafa Demir, un jihadista turco considerato "responsabile della gestione del confine per conto dello Stato islamico". Non solo, gli audio e le trascrizioni fanno intendere contatti frequenti che avrebbero permesso il passaggio di combattenti e anche di materiale esplosivo usato poi in attentati compiuti in Turchia. Nell'inchiesta sono 27 gli indagati. Tra questi risulta esserci anche Ilhami Bali, considerato la mente del doppio attacco kamikaze del 10 ottobre scorso a un corteo pacifista curdo alla stazione di Ankara, in cui morirono 102 persone.

"Hanno gestito il confine con un emiro dell'Isis", così Cumhuriyet, quotidiano che pubblica la notizia, ha aperto la sua prima pagina.

Il direttore Can Dundar e il caporedattore Erdem Gul sono da quasi 3 mesi in prigione per un'inchiesta di maggio su un presunto passaggio di camion di armi dalla Turchia alla Siria con l'aiuto dei servizi segreti di Ankara.

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