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Ucraina, espulsa giornalista russa e il Cremlino replica: "Inaccettabile"

Alexandra Tcherepnina, della tv russa Pervy Kanal, ha realizzato un documentario per provare la presenza nazista in Ucraina ed è stata accusata di "attività distruttive" dal governo di Kiev

Ucraina, espulsa giornalista russa e il Cremlino replica: "Inaccettabile"

Se sei un giornalista e spieghi, con documenti alla mano, che il governo ucraino va a braccetto con i neonazisti, allora rischi di essere espulso dal Paese. È questo il senso della storia che la giornalista russa Alexandra Tcherepnina, di Pervy Kanal, è stata costretta a vivere. Il governo ucraino, infatti, l'ha accusata di "attività distruttive". In parole povere: la giornalista aveva realizzato un servizio in cui mostrava una ragazza ucraina che faceva il saluto nazista in mezzo alle svastiche e prometteva di uccidere i russi.

Il 19 giugno, la Tcherepnina si trovava in Ucraina. Prima è stata raggiunta dalle forze dell'ordine e poi dai servizi di sicurezza ucraini (Sbu), che le hanno vietato di ritornare nel Paese per tre anni, assicurando così di aver "fermato una campagna di propaganda dei servizi speciali russi".

Nel reportage della Tcherepnina, mandato in onda il 24 giugno, si accusano le autorità pro-occidentali di Kiev di favorire il nazionalismo "antirusso", che incita l’odio verso la Russia da parte dei giovani ucraini. Oltre alle immagini di svastiche, vengono mostrate le fiaccolate in memoria di un controverso eroe nazionalista ucraino. La stessa Tcherepnina in una intervista ha affermato di essere stata fermata e interrogata dai servizi Sbu e poi espulsa.

Il Cremlino, attraverso il suo portavoce Dmitri Peskov, ha definito l’espulsione "inaccettabile". "Constatiamo - ha detto Peskov - una intolleranza assoluta alla libertà di stampa" ed è stata aperta una inchiesta da parte del comitato di inchiesta russo per "detenzione illegale" e "ostacolo alle attivitàprofessionali di un giornalista" denunciando i "numerosi crimini commessi dalle autorità ucraine contro i giornalisti".

L’Ucraina ha vietato l’entrata in Paese di numerosi media russi e ha espulso decine di giornalisti, accusati di propaganda e disinformazione. Queste decisioni di Kiev hanno provocato le critiche di Ong che difendono l’operato dei media.

Intanto il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che chiede ai governi dell’Ue azioni e aiuti finanziari per "contrastare la propaganda e la disinformazione russa dentro e fuori l’Unione europea".

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