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Gb, governo accusa i social network: "Non bloccano i post jihadisti"

I social network, estremamente tolleranti verso i contenuti pro-jihad, hanno invece usato il pugno di ferro contro i post diffusi da gruppi di destra

Gb, governo accusa i social network: "Non bloccano i post jihadisti"

Il governo britannico, per bocca dell’autorità nazionale anti-estremismo, ha di recente accusato i social network di non impedire la diffusione di contenuti jihadisti perpaura di violare i diritti umani degli islamisti”.

A lanciare tale contestazione a carico delle aziende digitali è stata, riporta il quotidiano The Daily Telegraph, Sara Khan, commissario per la lotta contro il propagarsi dei messaggi di odio nella società del Regno Unito. Nel documento intitolato Challenging Hateful Extremism, la Khan, dopo avere enumerato gli sforzi messi in campo dalle autorità e dai media per individuare e rimuovere in tempo i messaggi propagandistici intolleranti, punta il dito contro i social network incolpandoli di non avere finora attuato una linea dura ai danni della circolazione sul web di contenuti postati dai fanatici dell’Isis o di Al Qaida.

Il fatto che i colossi social chiudano un occhio a fronte della pubblicazione in rete di scritti e video pro-jihad sarebbe appunto motivato, a detta del commissario governativo, dal timore di essere tacciate, qualora dovessero impiegare il pugno di ferro contro i profili social legati a sigle islamiste, di calpestare la libertà d’espressione dei terroristi. La paura imputata dalla Khan ai giganti del web sarebbe maturata poiché le organizzazioni jihadiste avrebbero dato prova di grande abilità nel “sovvertire il concetto di diritti umani”, così da spacciare per esercizio della libertà di pensiero i loro continui appelli alla guerra santa. Si sarebbero lasciate abbindolare dal vittimismo dei miliziani, accusa l’alta funzionaria, anche alcune ong umanitarie, che si sarebbero di fatto schierate“a protezione” dei messaggi di odio diffusi su Internet dalla rete del terrore.

Il trattamento benevolo riservato finora dalle aziende digitali ai profili social riconducibili a seguaci del Califfato nero non è stato però mostrato dalle stesse nei riguardi dei movimenti di destra. Sempre a detta dell’ufficiale pubblico, le compagnie tecnologiche si sarebbero infatti mostrate molto più solerti nel rimuovere dal web e nell’impedire la pubblicazione di contenuti realizzati da appartenenti a gruppi nazionalisti.

Il documento curato dalla Khan termina quindi sollecitando la costituzione, presso il ministero dell’Interno di Londra, di una task-force incaricata di condurre una sorveglianza ancora più stretta sul fenomeno-estremismo, nonché esortando i social network a cooperare con lo Stato per fermare la proliferazione di ogni genere di linguaggio di odio.

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