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Oltre 6 italiani su 10 credono non sia vantaggioso stare in Ue

Secondo un sondaggio dell'Europarlamento solo il 39% degli italiani giudica l'appartenenza all'Unione Europea vantaggiosa per il nostro Paese. È il dato più basso in Europa

Oltre 6 italiani su 10 credono non sia vantaggioso stare in Ue

Il Paese più “euroscettico” d’Europa? È l’Italia. A dirlo è un sondaggio commissionato dal Parlamento Europeo, realizzato, come riporta l’Ansa, nel periodo compreso “tra il 23 settembre e il 2 ottobre” su un campione di quasi 28mila cittadini europei con più di 15 anni, residenti nei 28 Paesi membri dell’Unione Europea.

I risultati dell’Eurobarometro, che verranno resi pubblici nella giornata di domani, hanno evidenziato come l’appartenenza alla grande famiglia europea sia percepita in modo molto diverso da Stato a Stato. Se in Irlanda il 90% dei cittadini pensa che entrare nell’Ue sia stato un vantaggio per la propria nazione, in Italia, al contrario, sono convinti di ciò meno di quattro cittadini su dieci. Solo il 39% fra gli intervistati italiani, infatti, si dice convinto che essere entrati a far parte dell’Unione Europea sia stato un bene per il nostro Paese. E sebbene il numero dei sostenitori dell’Ue in Italia sia cresciuto di un punto percentuale rispetto all'anno scorso, quello italiano resta il dato più basso d’Europa.

Un dato che si colloca, inoltre, in controtendenza rispetto all’orientamento collettivo dei cittadini comunitari. A livello complessivo, infatti, più della metà dei residenti negli Stati membri considerano l’appartenenza all’Ue come un fattore positivo per il proprio Paese. Il 64% dei cittadini europei si dichiara europeista, con una crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2016. A calare di sei punti, invece, è stata la percentuale di coloro che ritengono che l’ingresso nell’Ue non abbia affatto sortito effetti positivi. Nel 2016, infatti, era il 31% degli europei a credere che la permanenza nell’Unione non fosse vantaggiosa per il proprio Paese, mentre nel 2017 il numero degli “eurscettici” si è ridotto al 25%.

Oltre a quelli anticipati, tutti i dati contenuti nell’indagine commissionata dal Parlamento Europeo, intitolata Parlameter 2017, verranno diffusi da Strasburgo nella giornata di mercoledì.

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