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Intelligence lancia l'allarme: "Il Venezuela rischia il collasso"

L'opposizione venezuelana incalza il successore di Hugo Chavez mentre il Paese affronta una grave crisi economica

Intelligence lancia l'allarme: "Il Venezuela rischia il collasso"

È ancora alta tensione in Venezuela dove il presidente, Nicolas Maduro, ha decretato lo stato d'emergenza per proteggersi da un presunto golpe che sarebbe stato ordito dagli Stati Uniti. Il capo dello Stato non ha precisato il contenuto delle misure, ma ha annunciato un decreto che gli assegna "potere sufficiente" per far fronte al presunto colpo di stato.

Secondo Maduro, proprio ieri c'è stata una riunione a Washington a cui avrebbe partecipato l'ex presidente colombiano Alvaro Uribe per chiedere un intervento dall'esterno in Venezuela. Fonti dell'intelligence statunitense si sono dette estremamente preoccupate per il caos politico ed economico in Venezuela e convinte che Maduro, eletto nel 2013, non riuscirà a concludere il suo mandato di sei anni. Maduro ha fatto l'annuncio durante un Consiglio dei ministri nel palazzo presidenziale di Miraflores, trasmesso in diretta su radio e tv.

L'inflazione è arrivata al 700%, la più alta del mondo. La peggiore siccità degli ultimi 50 anni ha provocato anche la crisi delle forniture elettriche, imponendo black out e chiusure degli uffici pubblici. Mancano generi alimentari, di consumo e medicine, e per acquistare i prodotti base i venezuelani devono fare file di ore. Ed è in questo contesto che sono esplosi i disordini dei giorni scorsi.

Gli analisti Usa prospettano tre possibili scenari di "change-of-government". Il primo prevede che il referendum, che intende portare alla destituzione del presidente venezuelano, quest'anno non venga accolto, e che l'opposizione - che con le sue divisioni e mancanza di coesione è stata anche una delusione per l'amministrazione - raccolga nuove firme per il prossimo.

Il secondo scenario prevede un "golpe interno" con esponenti del governo di Maduro che si muovono per deporlo, con l'aiuto di una parte dei militari. Il terzo invece prevede un golpe militare vero e proprio, magari guidato dagli ufficiali di grado più basso - anche l'ascesa del colonnello Chavez iniziò con un golpe, fallito, nel 1992 - e soldati semplici che soffrono maggiormente delle difficoltà economiche.

L'opposizione venezuela incalza il successore di Hugo Chavez mentre il Paese affronta una grave crisi economica, con il cibo che scarseggia e l'inflazione dilagante. Nicolas Maduro, che assicura che non lascerà il potere prima della fine del suo mandato, venerdì, in un discorso teletrasmesso, ha detto che l'impeachment di Dilma Rousseff in Brasile è un segno che il prossimo sulla lista di Washington sarà proprio lui.

Il decreto permetterà "in questo mese di maggio e nel 2016 e nel 2017 - spiega Maduro - di recuperare la capacità produttiva della nostra nazionale, rafforzare le missioni sociali e prepararci a denunciare e sconfiggere l'aggressione straniera contro il nostro Paese".

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