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Venezuela, Maduro massacra il popolo ma il mondo resta in silenzio

Continuano gli scontri. Le vittime sono almeno 30, di cui 12 solamente a Caracas

Venezuela, Maduro massacra il popolo ma il mondo resta in silenzio

In Venezuela è in atto un vero e proprio massacro da parte delle forze armate nei confronti di migliaia di cittadini scesi in strada per protestare contro il governo. Quasi trenta le vittime segnalate nelle ultime ore, ma si teme che possano essere molte di più. Dodici sono infatti i morti registrati soltanto a Caracas nella notte tra venerdì e sabato (Guarda il video).

L’opposizione, maggioritaria in parlamento da fine 2015, chiede a gran voce le dimissioni del presidente-dittatore Nicolas Maduro che però non ha alcuna intenzione di mollare la presa e non si fa problemi a sguinzagliare i suoi agenti armati contro la popolazione. Particolarmente temuti sono inoltre i cosiddetti collettivi armati, veri e propri gruppi di squadroni della morte che si aggirano per le vie del Paese con lo scopo di assaltare i manifestanti.

Contro la popolazione non vengono utilizzati soltanto proiettili di gomma e idranti, ma colpi di arma da fuoco, gas lacrimogeno ad altezza uomo, bombe e persino camionette che si scagliano contro i pedoni.

Del resto sono le testimonianze a parlare, ragazzi con maschere di sangue, con ferite di arma da fuoco e poi ci sono gli audio inviati da persone attaccate dai “colectivos”:
“los colectivos nos estan atacando, entraron al conjunto residencial…estàn lanzando bombas” (Guarda il video).

In altri audio è chiaramente identificabile il rumore di armi da fuoco, mitra inclusi. L’obiettivo delle numerosissime marce partite da una trentina di differenti località di Caracas è il medesimo, raggiungere la Defensoria del Pueblo al centro della capitale, nella zona di avenida Mexico.

Strategicamente la risposta di Maduro è chiara, vuole evitare in tutti i modi che i manifestanti, sparsi in più zone della città, riescano a ricongiungersi e per fare ciò non esita a sguinzagliare agenti di polizia e i già citati “colectivos”, uomini a volto coperto a bordo di moto e autoveicoli non identificabili che spuntano ovunque vengano segnalate espressioni di dissenso nei confronti del regime di Maduro. Tra i colectivos segnalati ci sono il Tupamaros, il Frente Francisco de Miranda, Alexis Vive, La Piedrita e Ciudad Socialista Frente 5 de Marzo (Guarda il video).

Un contatto venezuelano ha spiegato che i colectivos sono personaggi reclutati nei barrios poveri delle città, armati e utilizzati, in coordinamento con la Guardia Nacional, per aggredire, assaltare e minacciare non soltanto i manifestanti ma chiunque venga segnalato come dissidente o critico del governo. In più occasioni membri di tali cellule sono anche stati accusati di aver minacciato di morte e picchiato giornalisti e personaggi dello spettacolo che hanno osato criticare Chavez e Maduro.

Il Venezuela si trova oggi nel pieno di una gravissima crisi economica che ha portato a veri e propri razionamenti e a scarsità anche di generi di prima necessità. La popolazione è allo stremo ma il governo non sente ragione.

Nicolas Maduro, che a ottobre veniva ricevuto in Vaticano da Papa Francesco, non molla e nonostante i suoi siano in minoranza in Parlamento, continua ad accusare “servizi esteri” di pianificare un golpe nel Paese, chiedendo l’apertura di un'indagine per istigazione alla rivolta contro i poteri dello Stato nei confronti del leader dell’opposizione, Julio Borges.

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