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Morta la poetessa Louise Glück. Vinse il Nobel

La scrittrice e poetessa statunitense Louise Glück, Premio Nobel per la Letteratura nel 2020, autrice di una vasta opera poetica filtrata attraverso i temi della mitologia classica, della religione e del mondo naturale, è morta all'età di 80 anni

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La scrittrice e poetessa statunitense Louise Glück, Premio Nobel per la Letteratura nel 2020, autrice di una vasta opera poetica filtrata attraverso i temi della mitologia classica, della religione e del mondo naturale, è morta all'età di 80 anni. Viveva a Cambridge, nel Massachusetts e negli Usa aveva vinto il Premio Pulitzer e il National Book Award. Glück aveva conquistato i giurati dell'Accademia Svedese per la sua «inconfondibile voce poetica, che con l'austera bellezza rende universale l'esistenza individuale». La sua poesia evoca schegge memoriali rielaborando temi come l'isolamento e la solitudine, riletti attraverso le lenti dei classici greci e letture amate come quella di Dante Alighieri. Protagonista di una poesia tragica, dal forte retroterra autobiografico, alle spalle della scrittrice c'era un passato complesso e piuttosto tormentato, con crisi ripetute di anoressia e rapporti difficili con i familiari.

Nata a New York il 22 aprile 1943 da genitori immigrati ebrei ungheresi, Louise Glück è cresciuta a Long Island. Durante la sua adolescenza ha sofferto di anoressia (vicenda oggetto anche di alcune sue poesie), tanto da costringerla ad abbandonare gli studi superiori alla George W. Hewlett High School e poi quelli universitari al Sarah Lawrence College e alla Columbia University di New York. Pur non ottenendo la laurea in gioventù, fin da ragazza si è dedicata allo studio della letteratura e a scrivere versi, formandosi alla scuola di un'altra poetessa newyorkese di fama, Leonie Adams (1899-1988). Pur avendo già pubblicato diverse raccolte di poesie, con l'esordio nel 1968 con «Firstborn», Glück conquistò audience in patria e all'estero solo a partire da «The Triumph of Achilles» (1985) e «Ararat» (1990).

Ha poi raggiunto una certa notorietà nel 1992, vincendo il Premio Pulitzer per la poesia con il volume «The Wild Iris». Con i versi di quella raccolta, Glück ha convinto i critici per lo stile controllato ed elegante con cui assorbe lunghe sequenze narrative dal tratto confessionale che ricordano la poesia di Robert Lowell, Sylvia Plath e Anne Sexton. Louise Glück ha pubblicato dodici raccolte di poesie e alcuni volumi di saggi sulla poesia, materia a cui peraltro ha dedicato una lunga attività di insegnamento all'Università di Yale. Nella raccolta «Meadowlands» (1997) rievoca figure mitiche come Ulisse e Penelope all'interno di una scrittura molto moderna, che racconta di un matrimonio che sta per finire.

Il momento decisivo del cambiamento nella sua scrittura poetica è segnato dall'umorismo e dallo spirito pungente, come testimonia la raccolta «Vita Nova» (1999).

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