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La morte di Tomizawa: casualità. «Nessuna colpa»

Il comunicato della federazione motociclistica definisce esemplare e da manuale la gestione dell'incidente. Grandi apprezzamenti sulla pista di Misano e sui soccorsi.«Inutile interrompere la gara»

Un morto per colpa di nessuno. Solo del fato. Questa la conclusione a cui è giunta la federazione motociclistica italiana. La pista di Misano è sicura, i soccorsi al pilota giapponese Shoya Tomizawa - morto domenica scorsa in seguito a una caduta nel Gp di San Marino di Moto2 - sono stati tempestivi, la gestione dell'incidente è stata «esemplare e da manuale», e interrompere la gara non avrebbe migliorato la situazione. Detto in un comunicato in cui si sottolinea il rischio insito nella corse.
Insomma il circuito di Misano è «protetto» da un elevatissimo livello di sicurezza. «Subito dopo l'incidente - afferma la nota della federazione - il pilota infortunato è stato velocemente trasportato in una zona sicura della pista e il personale medico è potuto intervenire in brevissimo tempo, iniziando a prestare le cure opportune. Un'ambulanza era comunque pronta a trasportare l'infortunato al Centro Medico della pista, tra i più moderni, tecnicamente attrezzati ed aggiornati in Italia».
Nessun dubbio nemmeno sulla continuazione della gara. Giusto così: «Interrompere la gara, con la pista subito sgombrata anche dai detriti rimasti sull'asfalto dopo l'incidente, non avrebbe modificato la sicurezza dei piloti in pista, anzi avrebbe soltanto rallentato i soccorsi, dovendosi attendere l'arrivo dell'ambulanza attrezzata sul luogo».
Dunque accettiamo la cattiva sorte, sottintende il comunicato. E poche indicazioni sull'ultima polemica, quella riguardante l'erba artificiale. «Lo sport motociclistico è pericoloso - commenta nella nota il presidente della Fmi, Paolo Sesti nella nota - e tutti, compresi i non addetti ai lavori, dobbiamo esserne coscienti. Lo sforzo per migliorare la sicurezza in gara è continuo, con risultati straordinari. Nel tempo si sono susseguiti interventi importanti anche sulla conformazione delle piste: notevole ampliamento degli spazi di fuga, modifica del profilo dei cordoli, inserimento della cosiddetta "erba artificiale" lungo i cordoli stessi».
«La gestione dell'incidente è stata esemplare e da manuale», rileva il presidente Sesti. «È inutile - conclude il presidente della Fmi - accanirsi contro la cattiva sorte.

Meglio un dignitoso silenzio con cui salutare il pilota che ci ha lasciato».

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