Roma

Motociclista cade dallo scooter e viene soccorso da due barboni

Un ingegnere di 35 anni, vittima di un incidente nei pressi della stazione Termini, è stato accudito da due senzatetto: una donna che gli ha messo delle coperte sotto la testa, e un uomo che gli ha parlato per rassicurarlo fino all'arrivo dell'ambulanza

Cade dalla moto, nei pressi della stazione Temini, e si ritrova, appena riprende conoscenza, accudito da due barboni che avevano assistito all'incidente. È accaduto ad un ingegnere romano di 35 anni che, dopo essersi fatto medicare le ferite all'ospedale, è tornato sul posto per recuperare lo scooter e per ringraziare quei due sconosciuti, una donna e un uomo, che si erano presi amorevolmente cura di lui. Ma loro non c'erano più, tornati anonimi, tra i cartoni dove trovano riparo la notte. Massimo C. ha deciso così di raccontare la sua storia per ringraziare pubblicamente quei due senzatetto che non è riuscito a rintracciare per farlo privatamente. È accaduto tre giorni fa. L'ingegnere stava tornando a casa dal lavoro quando, a causa della pioggia, in via di Porta San Lorenzo ha perso il controllo della moto ed è caduto rovinosamente a terra. «Quando ho ripreso conoscenza - ricorda - queste due persone erano già vicino a me. Mentre ero steso sull'asfalto la donna ha aperto la grossa busta che aveva con sè e ha preso delle coperte, forse quelle che usa la notte per ripararsi dal freddo in qualche angolo di strada, e me le ha messe sotto la testa. Intanto l'altro senzatetto, anche se mezzo ubriaco, non ha smesso un attimo di parlarmi e rassicurarmi». Ma quel giorno l'ingegnere ha incrociato anche un'altra persona di buon cuore, uno straniero («non so bene se un filippiono o un indiano perché ero sotto choc») che ha chiamato l'ambulanza e si è preoccupato di raccogliere da terra lo scooter e di parcheggiarlo dove non intralciava il traffico. Oltre ad un grande spavento, Massimo C. se l'è cavata con qualche ammaccatura e una mano rotta. «Uscito dal pronto soccorso - racconta ancora - sono tornato sul posto a recuperare la moto, speravo di trovare queste persone ancora nei paraggi ma non c'erano più.

Sono tornate invisibili, così come mi erano sembrate comparire dal nulla quando ho aperto gli occhi dopo la caduta».

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