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Palco crollato al concerto di Jovanotti, la Cassazione annulla: "Tutto da rifare"

Dodici anni dopo la tragedia, in cui morì uno studente operaio, la Cassazione ha rimesso tutto in discussione: annullata l’assoluzione di Loris Tramontin

Palco crollato al concerto di Jovanotti, la Cassazione annulla: "Tutto da rifare"

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A dodici anni dalla tragedia del crollo del palco del concerto di Jovanotti, in cui morì uno studente operaio di vent'anni e rimasero feriti altri colleghi di cui sei in maniera grave, la Cassazione ha rimesso tutto in discussione. La Corte suprema ha annullato, infatti, la sentenza di assoluzione a carico di Loris Tramontin, legale rappresentante di Azalea Promotion, accusato di omicidio colposo a seguito del crollo. Il caso è stato rinviato a un'altra sezione della Corte d'appello di Trieste per un nuovo esame sui fatti avvenuti al PalaTrieste nel 2011. Tutto da rifare, dunque, per uno dei processi più dolorosi della storia della giustizia triestina.

La tragedia dodici anni fa

Il 12 dicembre 2011 circa cinquanta operai stavano lavorando al montaggio del palco, che avrebbe ospitato il live di Jovanotti, all'interno del PalaTrieste, quando ci fu un improvviso cedimento delle strutture metalliche. Sotto alle macerie finirono tredici operai, dodici rimasero feriti mentre Francesco Pinna, studente lavoratore di 20 anni, morì schiacciato dal peso dell'infrastruttura. "Sono con la famiglia di Francesco e con i suoi amici. Il mio cuore è pieno di dolore", scrisse Jovanotti su Twitter commentando la tragedia e sostenendo da lontano la famiglia del ragazzo. Il concerto venne annullato e la giustizia iniziò a fare il suo corso.

Il processo legato alla tragedia

Una settimana dopo i drammatici fatti, furono emessi nove avvisi di garanzia ad altrettanti tra funzionari e dirigenti di ditte di montaggio e il processo prese il via presso il tribunale di Trieste, ma alla sbarra è finito solo Loris Tramontin, legale rappresentante di Azalea Promotion. In primo grado Tramontin venne condannato a un anno e dieci mesi di reclusione con la sospensione condizionale, perché - in quanto committente - l'uomo avrebbe dovuto nominare un coordinatore della sicurezza incaricato di sorvegliare i lavori di montaggio del palco. Nel 2021, la corte d'appello di Trieste aveva ribaltato la sentenza, assolvendo Tramontin per non avere commesso il fatto con la motivazione che la ditta che l'uomo rappresentava era semplicemente il promoter locale e non il committente dell'esecuzione dell'opera.

La Cassazione annulla l'assoluzione

Nelle scorse ore è avvenuto l'ennesimo ribaltone. La Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione e rimandato a un'altra sezione per un nuovo esame dei fatti. "Continuiamo a essere fiduciosi, Tramontin è sempre stato convinto di aver adempiuto al suo dovere. Sorprende che dopo dodici anni si continui a discuterne.

Attendiamo ora le motivazioni della Cassazione", ha spiegato l'avvocato di Loris Tramontin.

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