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"Vendetta politica". Il maestro Veronesi tuona dopo il licenziamento alla Boheme "rossa"

Veronesi ha protestato in silenzio dirigendo con la benda sugli occhi ed è stato licenziato dalla fondazione che organizza il festival Puccini di Torre del Lago

"Vendetta politica". Il maestro Veronesi tuona dopo il licenziamento alla Boheme "rossa"

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Continua a far discutere la polemica sulla Boheme del festival di Puccini a Torre del Lago. Nelle ultime ore è arrivata la comunicazione che il maestro d'orchestra Alberto Veronesi, che ha diretto il debutto con la benda sugli occhi, in protesta per l'adattamento dell'opera in chiave sessantottina parigina, non dirigerà le successive repliche. "Io mi presenterò comunque sul podio per la Bohème. E se loro avranno un altro direttore d'orchestra chiederò anche i danni di immagine perché a questo punto si tratta di preservare la libertà di opinione. Sarebbe un precedente molto brutto per la cultura italiana e per la libertà in generale di questo Paese", ha dichiarato il direttore all'Adnkronos in aperta polemica con il presidente della manifestazione, Luigi Ficacci.

Indispettito dal licenziamento, Alberto Veronesi considera il provvedimento adottato nei suoi confronti come "una vendetta politica. Sia generica, perché mi sono opposto a voler condividere una regia che si è trasformata in una propaganda politico-ideologica. Sia, nel dettaglio, nei confronti delle mie posizioni anche alle ultime elezioni a Lucca, dove notoriamente ho fatto vincere il centrodestra". La convinzione nasce, come spiega lo stesso direttore, dal fatto che "nel cda ci sono elementi legati alla parte che è stata battuta elettoralmente". Per questo motivo, sottolinea Veronesi, "si sta consumando una vendetta. E il licenziamento per vendetta politica è una cosa molto grave e anticostituzionale".

Il concetto su cui si basa la rimostranza del maestro d'orchestra è lineare: "Se tu mi vuoi far firmare, come direttore d'orchestra e quindi dello spettacolo, un allestimento propagandistico basato sul pensiero della sinistra e io dico in modo garbato e silenzioso che non sono d'accordo con questa impostazione e tu mi allontani, allora stai punendo la libertà di opinione, che è sancita dalla Costituzione". La protesta silenziosa che ha previsto la direzione con la benda sugli occhi è solo l'ultimo atto, perché, come spiega lui stesso, aveva già inviato una lettera lo scorso 7 luglio, "in cui avevamo concordato che non ci sarebbe stato alcun riferimento di carattere ideologico e politico. Invece mi sono trovato una scenografia con la caricatura di De Gaulle, la stella a cinque punte, i pugni alzati al cielo".

Presentarsi con la benda sugli occhi, prosegue il maestro, non è vietato da alcun contratto: "Non ho detto una parola e il festival mi condanna dicendo che io avrei fatto delle dichiarazioni contro la rappresentazione. Non è vero: io non ho le ho mai fatte, non ho mai parlato, nemmeno in conferenza stampa". Quindi, entra nello specifico, sottolineando che il suo è un contratto di carattere tecnico e che dev'essere giudicato sulla base della sua direzione d'orchestra: "Su questo fronte ci sono resoconti che parlano di una rappresenta perfetta. Qui si sta parlando di una esecuzione tecnica: non c'è stato un solo sbaglio, cosa che si sente normalmente in tutte le opere dal vivo. Mi dimostrino dove ho sbagliato un attacco o una frase, me lo dicano".

Il maestro, amareggiato per la situazione che si è venuta a creare, conclude: "Qui l'opinione diventa un reato, e non si possono sciogliere contratti sulla base ideologica.

Non solo violentano i compositori e Puccini stesso: deve finire l'arroganza di chi detiene il potere di voler dire che devi sottoscrivere una ideologia politica quando canti o dirigi".

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