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L'ultima moda acchiappa-like dell'estate: pubblicare gli scontrini sui social

Continua la polemica su ristoranti e bar di tutta Italia per le singolari voci che vengono addebitate ai clienti: spesso e volentieri finiscono al centro delle polemiche

L'ultima moda acchiappa-like dell'estate: pubblicare gli scontrini sui social

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L'ultima moda acchiappa-like dell'estate: pubblicare gli scontrini sui social

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L'ultima moda acchiappa-like dell'estate? Pubblicare gli scontrini sui social. In rete impazzano le polemiche per i servizi "supplementari" aggiunti al momento del conto, così come le polemiche per uno scontrino troppo salato. Tra i costi in più per il taglio di un toast o di una torta e quelli per l'aggiunta di piatti o cucchiai oppure addirittura per poter avere una pizza ben cotta, ormai gli esempi diventano sempre più numerosi.

Il taglio del toast

Per poter avere un toast tagliato a metà, due avventori di un bar a Gera Lario, nel Comasco, hanno dovuto sborsare due euro in più. L'episodio, avvenuto in realtà a fine giugno, è divenuto noto solo di recente grazie a una recensione caricata su Tripadvisor e quindi alla diffusione della foto del singolare scontrino sui social network.

Il titolare, comunque, è rimasto convinto della bontà della sua richiesta, nonostante il polverone sollevato. "Abbiamo usato piattini e tovaglioli in più", ha dichiarato infatto l'uomo. "Se un cliente mi chiede di fare due porzioni di un toast devo usare due piattini, due tovaglioli e andare al tavolo impegnando due mani", ha aggiunto, "è vero che il cliente ha sempre ragione, ma è altrettanto vero che le richieste supplementari hanno un costo".

Il taglio della torta

In un locale del centro di Palermo, invece, un gruppo di clienti ha dovuto pagare 20 euro per il taglio di una torta di compleanno portata da casa, un euro per ciascuna fetta in cui il dolce si sarebbe potuto dividere. Il condizionale è d'obbligo, dal momento che, come spiegato da Il Giornale di Sicilia, il costo è stato addebitato a prescindere "da chi ha assaggiato o meno la torta".

Il piatto in più

Per un "piattino condivisione" vuoto, invece, il sovrapprezzo applicato da un ristorante di Finale Ligure è stato di due euro: questo il costo in più che due genitori hanno dovuto sostenere per fare assaggiare delle trofie al pesto alla figlioletta.

Anche in questo caso la titolare si è difesa. "Il lavoro va remunerato, ho 76 anni e lavoro con passione, ma è giusto che io venga pagata per quello che faccio", ha spiegato la proprietaria del locale. "Le parole dette sui social e le recensioni negative non mi preoccupano, sono fiera del mio lavoro".

Due cucchiai

Di poche ore fa la notizia del sovrapprezzo applicato da un ristorante-pizzeria di Alba, in Piemonte. Il cliente ha postato sui social la foto della ricevuta, rilanciata dal quotidiano La Voce di Alba: sul foglio si legge in modo chiaro la voce "+ 2 cucchiai" per un totale di 1,50 euro in più.

Pizza ben cotta

Ancora più sorprendente, quanto a originalità, la voce addebitata a due clienti di una pizzeria di Albenga. Il loro "errore" è stato quello di richiedere una "pizza ben cotta", che è costata loro un supplemento di 2 euro.

Due caffè più acqua a 60 euro

E la lista si allunga con nuove segnalazioni. Due turisti romani, in vacanza a Porto Cervo, hanno segnalato al Corriere di aver ordinato due caffè con due bottigliette d'acqua al bar Portico dell'Hotel Cervo. Il tutto è costato ben 60 euro. "La giustificazione dei gestori è stata che non si tratta di un semplice caffè ma una esperienza. La realtà è però un caffe con acqua e 2 biscotti", raccontano i turisti.

Panini "salatissimi"

Restando sempre in Sardegna, due turisti fiorentini hanno raccontato di aver pagato ben 18 euro per due panini con il salame e due caffè. La coppia si trovava in un chiosco della spiaggia di San Teodoro.

Gnocco fritto e tigelle da capogiro

845 euro per un pasto a base di gnocchi fritti e tigelle: questo è successo in un chiosco di Modena. Una tavolata di 24 persone rimasta sotto choc. Dopo una discussione la titolare, alla fine i commensali hanno ottenuto una riduzione di 260 euro.

Caro autogrill

Nessuna salvezza neppure all'autogrill. Stando alle testimonianze raccolte da Giustitalia, persino fermarsi in un'area di sosta per mangiare o bere qualcosa è una spesa. Ne sanno qualcosa due romani che stavano rientrando nella Capitale dopo le vacanze a Celico, vicino Cosenza. All'autogrill di Teano hanno speso 18,20 euro per aver consumato, in piedi, due focacce alla mortadella e una bottiglietta d'acqua.

Supplementi festivi

I dipendenti la domenica e nei festivi costano di più al datore di lavoro che voglia comunque fruire delle loro prestazioni, ma solitamente il prezzo non viene scaricato sui clienti. Non è andata così in una gelateria di Torino, dove un ragazzo si è visto recapitare uno scontrino più "carico" a causa della voce "supplemento festività".

Anche in questo caso polemiche a non finire, ma il titolare si difende: "All’esterno del locale c’era un cartello che avvertiva le persone di questo sovrapprezzo.

In più lo abbiamo scritto anche nel listino, se uno non vuole pagarlo, può non entrare", si è giustificato l'uomo.

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