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Netanyahu nuovo leader del Likud raccoglie la difficile eredità di Ariel

Mara Vigevani

da Tel Aviv

Ha iniziato la giornata con una preghiera al «Muro del pianto», ha continuato verso Maale Adumim, dove la maggior parte degli iscritti al partito lo appoggia, e in serata la buona notizia. Benjamin Netanyahu è il nuovo leader del Likud: ha ottenuto il 47 per cento dei voti, contro il 32 andato a Shalom e sarà quindi lui l'avversario di Ariel Sharon per la carica di primo ministro nelle elezioni del marzo prossimo.
Rivolgendosi ai propri sostenitori, lo sconfitto Shalom ha detto di essersi congratulato con il neo-eletto capo del partito, con il quale - ha affermato - occorre «lavorare su un programma comune, in modo che il Likud possa restare unito».
Una giornata elettorale tranquilla, è mancata l’atmosfera combattiva che solitamente accompagna le primarie del Likud. «Sharon ci ha traditi, e non lo vogliamo più nel Likud, comunque spero che si riprenda al più presto. Ha fatto un grosso errore nella sua vita, uscire da Gaza, ma è un uomo di grande valore militare", ha detto Moshe, 50 anni , di Gerusalemme prima di andare a votare per Netanyahu.
«Non credo più in nessuno, ma forse l’unico in cui spero ancora è Moshe Feiglin», afferma Rina prima di votare. «Appoggio Silvan, è un vero uomo pragmatico e non continuerà la politica economica di Bibi», dice Izzik, iscritto al Likud di Gerusalemme da 25 anni. Solo Yehuda, un ragazzo di vent’anni che vive con la famiglia in un albergo di Gerusalemme dopo aver abbandonato la sua casa a Neve Dkalim, nella Striscia di Gaza, ha parole dure per Sharon: «Spero che non ce la faccia, la sofferenza che ha causato alla mia famiglia è indescrivibile». Yehuda però non è iscritto al Likud, quindi non può votare.
Sono 130mila gli iscritti al Likud, più del 40% ieri si è recato alle urne per scegliere il loro nuovo leader dopo la defezione dal partito di Ariel Sharon, che il mese scorso ha fondato una nuova lista centrista, Kadima. Con Sharon sono passati a Kadima alcuni ministri e circa un terzo della lista parlamentare del Likud. È un compito sicuramente ingrato quello che attende il prossimo capo del Likud: il partito attraversa infatti il momento forse più difficile della sua storia. Grande vincitore delle scorse elezioni, dalle quali era uscito il partito più grande con 40 seggi alla Knesset, il Likud, stando ai sondaggi, rischia ora di perdere il 70% della sua forza parlamentare.

Un elettorato ferito nell’orgoglio quello che ieri si è recato alle urne: da una parte Netanyahu, che con la sua politica economica totalitaria ha reso a molti la vita più difficile, dall’altra per molti è strano non poter votare per il proprio padre politico, Ariel Sharon, che li ha abbandonati preferendo creare un nuovo partito.

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