A New York come al safari tra procioni, cervi e coyote

L'alta concentrazione di specie animali selvatiche è segnalata anche nelle guide turistiche come bonus

A  New York come al safari tra procioni, cervi e coyote

Le grandi metropoli di tutto il mondo non sfuggono alla colonizzazione di quelli che una volta erano considerati animali selvatici. Se, fino a qualche tempo fa, i «birdwatchers» (gli osservatori di uccelli) si dirigevano verso le campagne, i laghi o nel folto dei boschi con i loro potenti binocoli, oggi non è difficile vedere un gruppetto di loro seguire la guida nel centro di New York.

La grande Mela offre infinite attrazioni e un numero imponente di turisti vi si reca, ogni anno, per ammirare le attrazioni più celebri. Sarà bene, per le agenzie di viaggio, aggiornare i cataloghi, inserendo nella vacanza anche qualche tour faunistico, perché a New York si può assistere all'attrazione di un rapace in picchiata, dall'alto di un grattacielo, a caccia di una tortora o vedere un coyote, un cervo, un procione, una lontra e altri insospettabili animali. Pochi sanno che a New York si trova la più grande concentrazione di falchi pellegrini al mondo. E si trovano perfettamente a loro agio tra i grattacieli.

Un paio d'anni fa ll sindaco Bill de Blasio ha annunciato il lancio di WildlifeNYC, una campagna di educazione e sensibilizzazione a livello cittadino che insegna ai newyorkesi come vivere in modo responsabile assieme agli animali selvatici come cervi, procioni e coyote. Se guardate un bus o la cartellonistica pubblicitaria, in particolare nelle aree di fauna selvatica attiva tra cui Staten Island e il Bronx, vedrete certamente l'immagine di un cervo assieme a quella di un coyote e di un procione e la scritta: «New Yorker: city dwellers take many forms» (gli abitanti di New York assumono molte forme). Il significato della campagna ideata dall'amministrazione, in collaborazione con i parchi di New York City, il dipartimento di polizia di New York City, il dipartimento dei trasporti e il dipartimento di salute e igiene mentale, è evidente: «Cari cittadini, siate consapevoli che condividete, che vi piaccia o no, questa città con centinaia di specie di animali diverse e che dovrete prendere in considerazione l'impatto che inevitabilmente esse hanno sulla vostra vita quotidiana».

A parte i cartelloni pubblicitari, l'amministrazione ha aperto un portale dove gli utenti possono segnalare l'avvistamento di animali selvatici, conoscere le specie con cui condividono strade e quartieri e ottenere informazioni aggiornate sulle ultime iniziative nei confronti del fauna selvatica cittadina. Per quel che riguarda il cervo, è necessario un piano di gestione integrata, visti i numeri in crescita di questo animale nella zona di Staten Island. La popolazione di cervi dalla coda bianca di Staten Island comporta la diffusione di malattie trasmesse dalle zecche, causa collisioni di veicoli e danni agli alberi e alle piante autoctone. Per questo si è sviluppato un piano, sempre umanitario, su più fronti, con l'intento di contenere l'«invasione» di questi mammiferi e renderne armonica la convivenza con i cittadini.

Nonostante New York sia densamente popolata, moltissimi animali vivono tra i grattacieli della city e questo grazie anche a Central Park, il parco urbano più visitato al mondo che segue la dinamica di una vera e propria oasi naturale dove, nel corso degli anni, alcune specie sono scomparse (come il coniglio dalla coda di cotone), altre sono state introdotte (come l'opossum della Virginia).

Nel 2008 è stata condotta, in città, una ricerca da oltre 250 scienziati i quali, nell'arco di 24 ore, hanno censito tutte le specie animali e vegetali che hanno visto. Sono state identificate 836 specie di esseri viventi di cui, 393 vegetali e 443 animali, comprese 46 specie di uccelli.

Cantavano Paul Simon e Art Garfunkel «A heart that lives in New York» (C'è un cuore che vive a New York).

In realtà ci sono molti cuori che battono nella Grande Mela.

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