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"Niente sesso, siamo comunisti". Le nuove regole dei cinesi

Il decalogo del PCC impone regole ferree contro le pratiche "stravaganti"

"Niente sesso, siamo comunisti". Le nuove regole dei cinesi

Niente sesso, siamo comunisti. È il nuovo motto del Partito Comunista Cinese. Che a sinistra abbiano qualche problema quando si parla di prestazioni sotto le coperte non è una novità. E non solo in Cina: il moralismo è globalmente diffuso. Ma in estremo oriente, lì dove il Partito è ancora il deus ex machina della vita di tutti gli iscritti, si sono spinti oltre.

ll sesso fuori del matrimonio e i lauti banchetti con decine di portate sono ora considerati dei "peccati capitali". Attività inappropriate che un buon comunista non deve assolutamente fare: lo ha deciso il Comitato centrale del PCC.

Il motivo di tanta moralizzazione è dovuta al fatto che soprattutto nelle periferie, molti funzionari sono soliti mantenere una giovane amante, comprarle un'auto di lusso, possibilmente Porsche o Lamborghini. Inoltre è diffusa anche la pratica di invitare ricchi ospiti stranieri e offrirgli banchetti sontuosi insieme ad una partita di golf.

Ma ora dovranno farne a meno. Il nuovo decalogo emesso il 12 ottobre, infatti, obbliga gli 88 milioni di iscritti al PCC ad astenersi da queste pratiche. Sesso in particolare. La più grande "chiesa" comunista ancora in vita considera le "abitudini stravaganti nel bere e nel mangiare" come uno stile di vita da evitare. E sul sesso ordina ai militanti di "gestire delle famiglie armoniose" e di "non impegnarsi in relazioni sessuali improprie".

In effetti, le accuse di adulterio o di libertinaggio sono spesso usate nei processi per corruzione. "I membri del Partito devono separare gli interessi privati da quelli pubblici, mettendo quelli pubblici al primo posto", si legge nel documento. Per controllare che i milioni di iscritti seguano questo decalogo è stata istituita una Commissione Centrale per le Ispezioni di Disciplina.

E se qualcuno volesse dissentire, dedicandosi all'antica arte del sesso? Il comitato centrale comunista, in un comunicato emesso dopo la riunione del 12 ottobre, ha riaffermato il principio secondo il quale la disciplina di partito è più severa e più importante della legge. Quindi meglio l'astinenza.

In perfetto stile comunista.

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