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Nostalgia per la Germania comunista? All’Est dicono sì

Nostalgia per la Germania comunista? All’Est dicono sì

BerlinoLa Germania si prepara a celebrare in maniera grandiosa il 9 novembre di vent'anni fa, la notte in cui cadde il muro di Berlino spalancando la strada al crollo del regime comunista nella Germania est e all'unificazione dei due Stati tedeschi. Ma non per tutti sarà una giornata di festa. Per una buona parte dei tedeschi che vivono nei laender che un tempo facevano parte della Germania orientale, quasi la metà, quell'evento, a vent'anni di distanza, viene ricordato non come la fine di un incubo ma come un cambiamento improvviso che ha sconvolto le loro vite, come una data cui sono legati più i rimpianti per ciò che si è perso che la gioia per ciò che si è conquistato.
È il risultato sorprendente che emerge da un sondaggio commissionato dal governo federale sugli umori dei tedeschi a due decenni dalla fine della divisione. Ben il 49% dei "ossi", così vengono chiamati i tedeschi dei laender orientali, secondo un'indagine eseguita dall'istituto Emnid e pubblicata sul quotidiano Berliner Zeitung, ritiene che la Ddr, nonostante il muro, nonostante le forti limitazioni alle libertà individuali e il basso tenore di vita, fosse uno Stato con più lati positivi che negativi. Se poi a questo 49% si aggiunge la quota dei tedeschi dell'est che senza tanti giri di parole dicono che si viveva meglio nella Ddr che nella Germania unificata di oggi, circa l'8%, ecco che si arriva al 57% di tedeschi orientali che, seppure con gradualità e motivazioni diverse, rimpiange il passato e si dice deluso dal presente.
Molto diverso il giudizio sulla Ddr dei "wessi", i tedeschi occidentali. Il 52% ritiene che la Ddr fosse uno Stato con lati più negativi che positivi, oltre il 26% giudica la Ddr una delle peggiori dittature della seconda metà del secolo scorso e la stragrande maggioranza, oltre l'80%, dichiara che mai, per nessuna ragione al mondo, vorrebbe vivere in uno Stato come la Germania comunista di Ulbricht e Honecker. Ciò che sorprende nel sondaggio non è tanto il fatto che wessi e ossi si preparano a ricordare la notte del 9 novembre con animo diverso, quanto la forte percentuale di tedeschi dell'est che vent'anni dopo guardano ancora con nostalgia a un passato in cui, secondo una celebre battuta, lo Stato trattava male i suoi sudditi ma pensava a tutto. Ed è proprio nel brusco passaggio da un sistema assistenziale ad un sistema altamente competitivo, quale è quello tedesco, che molti commentatori individuano le cause dei malumori che circolano tra i cittadini della ex Germania est.
Un dato rivelatore nel sondaggio è che la più forte percentuale di nostalgici della Ddr è tra gli "ossi" che nel novembre dell'89 avevano tra i 45 e i 55 anni: per alcuni era troppo presto per andare in pensione per altri troppo tardi per cambiare lavoro e adattarsi a un’economia basata sul libero mercato e la concorrenza. Ma c'è un altro motivo che spiega il disagio di molti "ossi". In tutti i paesi ex comunisti il paragone viene fatto tra come si viveva ieri e come si vive oggi.

In Germania il paragone viene fatto tra come si vive a est e come si vive a ovest e il risultato spesso alimenta le nostalgie.

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