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Le nostre vacanze nel sangue

Un kamikaze dell'Isis si fa esplodere nel cuore di Istanbul. Dieci vittime, otto sono tedesche: è caccia all'occidentale. Come in Tunisia e in Indonesia, nel mirino ci sono i turisti

Le nostre vacanze nel sangue

Ancora una strage. Un uomo-bomba dell'Isis si è fatto esplodere nel mezzo di un gruppo di cittadini tedeschi in vacanza a Istanbul, la metropoli turca crocevia del mondo, delle sue tensioni e ambiguità. Dieci morti e tanti feriti, che si aggiungono all'elenco delle vittime di questa guerra subdola e vigliacca scatenata contro l'Occidente nel nome di Allah. Che si giochi in casa o in trasferta, per noi occidentali il risultato non cambia. Contiamo i morti, facciamo un bel minuto di silenzio, ascoltiamo i moniti di papi, laici e no, a evitare di confondere i profughi con i terroristi. E poi? Poi niente. Anzi, niente sarebbe meglio.

Di che si dibatte infatti in queste ore nel nostro Parlamento, tra il grido disperato delle donne braccate a Colonia e il sangue dei turisti edeschi sul selciato della piazza di Istanbul? Si dibatte dell'abolizione del reato di clandestinità, perché - come dicono il capo della polizia e quello dei magistrati - ingolfa i tribunali. Io penso che se il capo della polizia non è capace di fare arrestare i clandestini e che se il capo dei magistrati non è in grado di fare applicare la legge sovrana, più che abolire il reato bisognerebbe abolire i loro ruoli, che quantomeno risparmieremmo in stipendi.

Detto che la clandestinità è il grimaldello con il quale chiunque può infettare la nostra società, detto che la legge che la punisce è stata approvata da un Parlamento, controfirmata da un presidente della Repubblica e confermata dalla Corte costituzionale e dunque valida e saggia, a meno di non ammettere che il Paese è in mano a dei cretini, il fatto grave è che questo sia il problema della nostra classe politica. Non un giro di vite contro chi bracca noi e i nostri figli e le nostre donne dentro e fuori i confini, non segnali culturalmente e moralmente forti. No. Il problema di Renzi è di calare ancora di una tacca le braghe che già portavamo molto abbassate, come va di moda di questi tempi. Sperano così, i nostri strateghi, di farla franca, di non essere oggetto di ritorsioni e quindi di attentati. Che se poi l'Isis si rifà su francesi in discoteca, tedesche in piazza, turisti crucchi a Istanbul, sono affari loro (al massimo ci scappa casualmente un morto italiano, danno collaterale).

Non ci resta che sperare che questa volta la Merkel si incavoli come solo una donna tedesca sa e può fare.

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