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Obama: non invieremo truppe in Pakistan

Il presidente americano ha detto che gli Stati Uniti intendono consultarsi con i leader del Pakistan prima di effettuare azioni contro i rifugi dei terroristi nel paese. Ma il segretario della difesa Gates avverte: gli 007 pachistani tagliano i legami con i talebani

Obama: non invieremo truppe in Pakistan

Washington - Il presidente americano Barack Obama ha detto che truppe americane non saranno inviate entro i confini del Pakistan per contrastare i terroristi. Il presidente, in una intervista alla CBS, ha detto che gli Stati Uniti intendono consultarsi con i leader del Pakistan prima di effettuare azioni contro i rifugi dei terroristi nel paese. Ogni operazione contro le roccaforti di Al Qaeda verrà coordinata con Islamabad e che la nuova strategia varata dall’amministrazione in Afghanistan "non cambia il riconoscimento del Pakistan come Stato sovrano". Commentando la situazione nella regione - definita ieri "la più pericolosa del mondo" - Obama ha avvertito che "a meno di non tenerla sotto controllo adesso vi saranno problemi" e che la nuova strategia - che richiede sforzi e responsabilità maggiori anche al Pakistan - «non costituirà un impegno sine die di risorse inesauribili" da parte degli Stati Uniti.

Obama ha anche precisato che il ritiro dei soldati dall'Irak non sarà accelerato ma che intende rispettare il calendario previsto. "Il mio piano ha il ritmo giusto - ha spiegato - con un calendario di ritiro graduale". Il piano prevede la fine delle missioni di combattimento Usa in Iraq entro il 31 agosto 2010 e il rimpatrio di tutti i soldati entro il 2011.

Gates: gli 007 pakistani tagliano i legami coi talebani Intanto il segretario alla Difesa, Robert Gates, lancia un preciso avvertimento al Pakistan: l'intelligence di Islamabad tagli i legami con l’estremismo afghano, che rappresenta una "minaccia esistenziale". È un legame che "dura da tanto tempo", ha ammonito Gates, aggiungendo che "ciò di cui abbiamo bisogno è provare ad aiutare i pakistani a capire che questi gruppi sono ora una minaccia esistenziale per loro e noi saremo un fermo alleato del Pakistan.

Loro - ha concluso - possono contare su di noi e non hanno bisogno di altre forme di difesa".

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