Mondo

Obama: "Le nozze di Chelsea? Non sono stato invitato"

Washington «Non mi hanno invitato». Scegliendo con cura le parole, cercando di dare al contesto un tono il più spigliato e amichevole possible, il presidente americano Barack Obama ha messo a tacere le chiacchere sulla sua presenza al matrimonio del secolo, spiegando che Bill e Hillary Clinton non lo hanno invitato alle nozze della figlia Chelsea.
«Non saranno invitati al matrimonio di Malia e Sasha - ha poi aggiunto ridendo - ma soprattutto, due presidenti sarebbero troppi. Vi immaginate cosa potrebbero fare gli uomini dei servizi segreti con i metal detector, costretti a rovinare i pacchi regalo per controllare che contengano realmente doni?»
La dichiarazione di Obama ha, in una certa misura, tranquillizzato l’America in subbuglio al pensiero di poter avere un matrimonio in stile casa reale. Tutte le anime in pena che credevano di contare qualcosa per i Clinton e da settimane aspettavano l’agognato invito, adesso sono tranquille. Essere tagliati fuori da un evento al quale addirittura Obama è stato escluso non è poi così grave. L’America in questi giorni guarda con invidia l’Upstate New York dove sabato pomeriggio, a Rhinebeck, sulle rive dell’Hudson, Chelsea Clinton sposerà Marc Mezvinsky, l’unico fidanzato che abbia mai avuto.
Mark ha parecchio in comune con Chelsea: entrambi non amano la pubblicità, hanno avuto problemi di immagine a causa dei genitori. Il padre dello sposo, Ed Mezvinsky, ex deputato ormai 73enne, nel 2003 è finito nei guai per una frode da dieci milioni di dollari ed è uscito di galera nel 2008.
Sul matrimonio, a meno di 48 ore dall’evento, è ancora mistero. I circa 400 eletti che sono stati invitati non sanno ancora bene cosa succederà e come si dovranno muovere. Per tenere ancora più avvolta nel segreto la cerimonia giovedì mattina il portavoce della Federal Aviation Authority, Jim Peters, ha annunciato che lo spazio aereo sull’Hudson sarà chiuso al traffico dalle 15 di sabato alle 3 di domenica mattina, per motivi di sicurezza. L’unica cosa che sembra certa è il luogo. Chelsea e Mark si giureranno amore eterno sotto una tenda nel parco della tenuta di John Jacob Astor IV. Si tratta di una delle tenute lungo il fiume Hudson rese famose dal film di Martin Scorsese «L’età dell’innocenza». Il catering gestito in tre parti dal Blue Ribbon restaurant, Il St.Regis Hotel e la socitetà Olivier Cheng avrà, in onore della sposa che è vegana, piatti vegetariani, vegani e senza glutine, con l’aggiunta di carne di vitello biologica per le buone forchette.
Dallo scorso aprile, Chelsea ha messo papà Bill a dieta con la pretesa di fargli perdere sette chili. Sia la sposa sia mamma Hillary sono preoccupate perché Bill, che con gli amici fa il duro - «l’unica cosa che mi hanno chiesto è di accompagnare la sposa all’altare e pagare il conto», è emozionato e potrebbe non essere in grado di trattenere la lacrime. Sull’abito della sposa, segreto di pulcinella visto che due giorni fa Chelsea è stata vista, nascosta da un cappellaccio a larghe falde, entrare nei locali di Vera Vang. I bene informati sostengono che Hillary vestirà Oscar della Renta. Fra i nomi noti dei 400 invitati scelti da Chelsea e non da mamma e papà, ci sono Oprah Winfrey, Barbra Streisand, Steven Spielberg, i due ex primi ministri inglesi Tony Blair e John Major, Ted Turner e la storica Doris Kearns Goodwin. Sui costi della cerimonia le voci ricorrenti parlano di tre milioni di dollari. La popolazione di Rhinebeck e dintorni è contenta. I locali della zona hanno messo in menu piatti con i nomi di Chelsea, Bill ed Hillary. «È splendido - ha commentato John Tisch, direttore del museo di Rhinebeck - il matrimonio porta eccitazione, la gente sorride. A noi piacciono gli ospiti». L’unica triste è Emn Haddad-Friedman, la sfortunata ragazza che due anni fa ha prenotato il suo matrimonio per il 31 luglio a cinque minuti dal posto dove si sposerà Chelsea.

«Dopo la nostra cerimonia - ha spiegato Emn - dovremo passare davanti alla tenuta Astor per andare al ristorante e sicuramente sarà una cosa da incubo».

Commenti