Un’opera storica che rispecchia il presente

Così Miracolo a Sant'Anna di Spike Lee vede la strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) del 12 agosto 1944 con gli occhi dell’americano di pelle nera, che si può permettere sincerità - talora sinonimo di verità - precluse al film di regista bianco e, in questo caso, di un bianco italiano.
Sulla guerra lungo la Linea Gotica (settembre 1944 - aprile 1945) il nostro cinema ha dato solo Flashback di Raffaele Andreassi, restaurato dalla Cineteca Nazionale e riproposto all’ultima Mostra di Venezia. Dalla quale proprio Miracolo a Sant'Anna era stato respinto, con relativo scandalo, soffocato al Lido un mese fa dall’alleanza di vari giornalisti col direttore della Mostra.
C’era infatti di che stupirsi. Spike Lee (Malcom X) è un’icona della cinefilia e Miracolo a Sant'Anna è coprodotto e distribuito dalla 01, che sulla Mostra ha una presa notevole. Inoltre il film è un inno alla divisione nera Buffalo, dunque all’eguaglianza razziale, un risarcimento morale alla «carne da cannone» come lo era stato, per i magrebini dell’esercito francese Indigènes di Rachid Bouchaerb al Festival di Cannes del 2006.
Perché allora Miracolo a Sant'Anna è stato escluso dalla Mostra? In parte per le dichiarate corresponsabilità partigiane nella strage di Sant’Anna di Stazzema (12 agosto 1944); in parte per ragioni estetiche. Il film è un polpettone di quasi tre ore, dove confluiscono un bambino uguale a quello della Vita è bella di Benigni e situazioni analoghe a quelle di Glory di Zwick. Affiorano poi anche psicologie grossolane, specie degli italiani, mentre le scene di combattimento sono ricalcate, al risparmio, da Salvate il soldato Ryan di Spielberg.
Assurda poi la scena iniziale, col reduce ormai senescente che, da impiegato postale, uccide il partigiano comunista toscano e traditore presentatosi al suo sportello a New York (!!!) con la pistola datagli (!!) - illo tempore e ad hoc - da un ufficiale tedesco (!!!!) meno razzista che gli ufficiali americani.


Da notare in Miracolo a Sant'Anna la graduatoria di popoli e razze: i peggiori sono i bianchi americani; poi i partigiani e i civili italiani, fascisti o antifascisti che siano, salvo il bambino; poi i tedeschi che vincono sul campo (in realtà fu soprattutto la divisione Italia della Repubblica Sociale a respingere sul Serchio la divisione Buffalo) e hanno, almeno alcuni, crisi di coscienza per la strage di civili di pochi mesi prima nell’entroterra di Pietrasanta.
I film storici - si diceva - rispecchiano il presente, più che il passato. Non è qui revisionismo, ma «previsionismo»: tendenza alla previsione di distribuire Miracolo a Sant'Anna anche in Germania...

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