Roma

Ora anche le gallerie d’arte seguono logiche di mercato

Michele Greco

In occasione delle feste natalizie, anche le gallerie d’arte si adeguano ai trend commerciali con delle mostre mercato, rispolverando nomi del passato di sicura commerciabilità. Perfino piazza del Popolo è stata trasformata in galleria d’arte, con una proposta collettiva dei 100 pittori di via Margutta che, a seguito dei divieti in piazza Navona, hanno presentato le loro opere in una vera e propria rassegna-mercato inaugurata dal sindaco Veltroni. Poche hanno invece continuato il loro programma culturale, basando le proposte più sulla qualità che non sul nome commerciale. Tra queste, la galleria d’arte contemporanea «Andrè» di via Giulia 175, diretta dal professor Benito Recchilongo. Nei giorni scorsi si è inaugurata una esposizione che raccoglie tre generazioni, differenziata, non solo stilisticamente, ma anche per tematica e cultura, a partire da disegni inediti di Enrico Prampolini, per approdare alle ricerche plastiche dei più giovani e contemporanei come Tommaso Cascella, Benedetto Corcos, Elise Desserne, Ugo Nespolo, Ennio Calabria, Claudio Angeloni, Riccardo Monachesi, Roberto Graziano e Pino Reggiani. Interessanti sono le proposte strutturali di Achille Perilli, Teodosio Magnoni ed Ettore Consolazione. Tra i grandi nomi scomparsi fanno spicco un Mauro Reggiani degli anni 60, un Raphael Mafai, un nudo di George Grosz, un Franco Gentilini e una bella natura morta di Zoran Music. Completano la rassegna opere di Mario Carrese, Otello Casagrande, Luciano De Liberato, Pietro Cascella, Roberto Donatelli, Alberto Gianquinto, Pericle Fazzini, Luigi Moriggi, Julio Lavallèn, Hyun Lee, Roberta Pugno, Rosamadonna e Arturo Tosi. Raccolti sotto il titolo di S-conosciuti, la proposta di «Andrè» vuole che proprio i meno conosciuti siano indicati dai più noti, perché emergano dalla moltitudine confusa di artisti o pseudo-artisti di questi tempi. A prescindere dalla notorietà degli artisti, l’esposizione è di qualità; un livello che non sarà certo né migliorato, tantomeno peggiorato, dalla nota compagnia dei più famosi, la cui presenza è solo una garanzia, diciamo una giusta «lettera di raccomandazione» per chi voglia migliorare il proprio bagaglio culturale, con giusto e doveroso sguardo all’attualità di questo terzo millennio.

La mostra organizzata in collaborazione con il Museo della Transtoria rimarrà visibile fino al 15 gennaio.

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