Ora c'è la «camicia di forza» da incollare a travi e pilastri

Partiamo da un dato: il 40% dei danni a cose e persone durante un terremoto non è provocato dagli elementi strutturali. Alle prime scosse non sono i pilastri a crollare. Sono invece i muri divisori tra le stanze. È proprio pensando a questo che la Mapei insieme a Buyer, hanno sviluppato un sistema brevettato a livello mondiale che ha un obiettivo: aumentare il tempo disponibile per l'evacuazione dall'interno degli edifici. «È una specie di carta da parati antisismica - spiega Giulio Morandini, product manager della linea Rinforzo strutturale della Mapei - che viene applicata all'interno delle stanze proprio come prevenzione, soprattutto in edifici strategici come scuole e ospedali». Si chiama «Mapewrap system Eq» ed è un'innovazione a livello mondiale nell'ambito della prevenzione. «Stiamo già lavorando all'interno di alcune scuole perché il prodotto utilizza resine ad acqua e dunque non inquinanti. Può essere quindi applicato anche in presenza delle persone», spiega. Le «camicie di forza» applicate alle strutture sono uno dei punti di... forza di quest'azienda che da anni garantisce assistenza tecnica nelle zone colpite dai terremoti. Con L'Aquila, in particolare, esiste un solido rapporto da più di 30 anni. Un esempio? Il convento di San Domenico, una delle icone della città in pieno centro storico, è stato rinforzato diversi anni fa utilizzando i materiali compositi in fibra di carbonio. E proprio San Domenico è stato uno dei pochi edifici della zona a non aver subito alcun danno in seguito all'evento sismico del 2009. A testimonianza di ciò la protezione civile, dopo il terremoto ha pensato proprio a questo stabile come sede operativa durante le prime fasi di gestione dell'emergenza. «È una tecnologia che nasce una trentina di anni fa, in Giappone proprio per i terremoti - spiega ancora Morandini - Si tratta di tessuti a fasce per lo più in fibra di carbonio che vengono incollate a travi e pilastri mediante l'impiego di adesivi epossidici». Immaginate proprio come se fosse una camicia che si adatta a qualsiasi superficie. Il «materiale composito» è molto sottile (appena qualche millimetro), estremamente leggero ma in grado di offrire resistenza 10 volte superiore a quella dell'acciaio. La tecnica oggi è impiegata, anche negli ultimi velivoli dell'aeronautica realizzati proprio in materiale composito che garantisce più leggerezza e resistenza, riducendo anche il consumo del carburante. «Il nostro primo intervento con questo materiale è stato fatto nel 1997 sulla volta della Basilica di San Francesco ad Assisi», racconta Morandini.

Oggi stanno lavorando oltre che all'Aquila e in Emilia, anche a Lorca in Spagna, in Nuova Zelanda e nelle Filippine.

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