Roma

Ora il video-artista dialoga con il Bramante

Tommaso Casini

Chi abbia volto lo sguardo dalle alture di Roma verso il Gianicolo, durante la Notte Bianca e nei giorni seguenti, non può aver fatto a meno di notare il bagliore di una luce verde che si eleva da San Pietro in Montorio. Una luce che attira l’attenzione scrutando il cielo e la città e che fa da sponda all’illuminazione del gazometro di Testaccio.
Si tratta dell’installazione The Night Watching di Elastic Group, duo composto da Alexandro Ladaga e Silvia Mantenga, artisti tra i più interessanti nel panorama dell’uso creativo delle nuove tecnologie in Italia che con le loro video-installazioni e video-performance si ispirano e dialogano con l’architettura e le tematiche urbane osservate da punti di vista diversi ed originali.
L’evento curato dall’Accademia di Spagna - che resterà visibile giorno e notte sino al 17 settembre - è unico nel suo genere dato che nessun artista contemporaneo aveva mai creato sino ad oggi un’opera che dialogasse con il celebre tempietto del Bramante (1502), straordinario esempio del primo Rinascimento a Roma: studiato, citato e visitato perché uno dei luoghi più affascinanti ed emblematici della capitale.
Sacro per le leggende che affermano essere il luogo in cui crocifisso San Pietro. L’installazione, oltre che dal Pincio, va dunque vista da vicino. Nel tempietto celebrato per la perfetta armonia, circondato dalle sue colonne di pietra è incastonata una videogalleria di volti di donne-sibille: videocreature che nascono all’interno dello schermo, si muovono e sdoppiano lentamente rimanendo immerse in una dimensione temporale metafisica e raggelata.
Colonne di pietra ed evanescenti colonne di pixel che trasformano il monumento offrendo al visitatore un modo nuovo e del tutto straordinario per osservarlo. L’opera è in grado infatti di dialogare allo stesso tempo con l’architettura rinascimentale e con i più arcaici significati che cela il colle dedicato a Giano bifronte, la divinità che supervisionava tutto ciò che accadeva in città e nelle case, senza perdere di vista il mondo esterno, altura su cui i romani avevano appunto collocato la sua dimora.


L’installazione è dunque l’esempio di come un’arte contemporanea ormai sempre più tecnologica e multimediale possa cogliere e rileggere i significati dell’arte del passato con i suoi riti e monumenti secondo un principio, caro agli artisti del Rinascimento, che architettura, pittura e scultura, sebbene prodotte con processi ed usi diversi, convergono e possono fondersi nei significati anche attraverso i secoli.

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