Via pakistano legato all'Isis «Voleva fare un attentato»

È il secondo in pochi giorni, il numero 104 dal 2015. Ieri il Viminale ha disposto l'espulsione di un altro cittadino pachistano di 26 anni residente in provincia di Milano perché sospettato di avere legami con l'Isis. Lunedì Farook Aftab, un giovane pachistano della stessa età che viveva a Vaprio d'Adda da 13 anni, è stato rimpatriato sempre dopo un ordine del ministero dell'Interno, per il medesimo motivo.

La nuova espulsione è stata decisa per motivi di sicurezza dello Stato. Il provvedimento è stato comunicato proprio da Angelino Alfano, che ha ricordato appunto come siano salite a 104 le persone espulse dal 2015 ad oggi. «Dopo una serie di indagini da parte dei carabinieri - spiega il titolare del Viminale - abbiamo accertato la sua adesione all'ideologia estremista e il suo inserimento in un circuito di utenti web dediti all'apologia dello Stato islamico e delle sue attività terroristiche». L'uomo, sottolinea il ministro, aveva espresso più volte l'intenzione di andare in Siria o di partire per la Bosnia, dove si sarebbe addestrato alla jihad. Inoltre avrebbe manifestato «in un ristretto contesto» il progetto di compiere un attentato in Italia una volta ottenuta la cittadinanza. E, in caso di rifiuto, di reagire con violenza prima uccidendo diverse persone e poi immolandosi come martire.

Il pachistano - avrebbero accertato le indagini - proprio per trovare il modo di andare ad addestrarsi in Bosnia e raggiungere poi la Siria, aveva fatto una serie di ricerche on line di materiali jihadisti e manteneva contatti con diverse persone che come lui condividevano l'ideologia estremista. «Siamo un Paese che conosce i principi dell'accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni - commenta Alfano -, ma siamo un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra ostile alla nostre tradizioni, lo espelliamo».

CBas

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