Roma

Palazzo Altemps si «allarga»

In occasione della Settimana della Cultura il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps apre quattro nuove sale. Tre di queste si trovano nell’area sud-orientale del piano nobile che fu la residenza privata del giovane Gabriele d’Annunzio in seguito al matrimonio con Maria Hardouin di Gallese, erede degli Altemps, sposata dal poeta nel 1883, e dalla quale ebbe tre figli. Le sale, che accolgono la raccolta egizia del museo, si aggiungono ad altre due sale già adibite all’esposizione di reperti egizi, ma restaurate e riallestite. Nella sala dei culti pubblici e privati, che accoglie al centro una grande statua del toro Api, il recente restauro ha permesso di recuperare i dipinti rinascimentali nella parte alta delle pareti e sul soffitto, mentre nella sala del clero isiaco è stata messa in luce una decorazione pittorica raffigurante un altarino. Spettacolare tra gli ambienti dannunziani è la stanza d’angolo con affaccio su piazza Sant’Apollinare, che ha mantenuto la decorazione settecentesca con dipinti a finto marmo alle pareti e figure in stucco al di sopra delle porte. È detta delle dee madri, per le due belle statue femminili raffiguranti Iside e Iside Demetra, ma la novità assoluta è data da una testa di Artemide Efesia, esposta al pubblico in tempi record, in quanto è stata scoperta nel gennaio 2009. Il rinvenimento, avvenuto in via Marmorata a soli 40 cm di profondità, è da mettere in relazione, secondo il soprintendente per i Beni archeologici Angelo Bottini, con la presenza sull’Aventino di un tempio dedicato a Diana, la dea latina corrispondente alla greca Artemide. I reperti egizi esposti nelle altre due sale testimoniano la grande diffusione delle divinità della valle del Nilo nella Roma imperiale. Si tratta, in effetti, di statue e frammenti provenienti dall’Iseo Campense, il più grande santuario della città dedicato a Iside e al suo sposo Serapide, fatto a imitazione dei grandi templi egiziani di età tolemaica. In particolare dagli scavi eseguiti nel 1987 in piazza San Macuto provengono una sfinge acefala, un frammento di leone, un rilievo, un busto e una base con i piedi di un faraone, esposti per la prima volta al pubblico. Nella sala detta di Serapide, oltre a tre raffigurazioni del dio, si nota una statua in granito rosa di Cesarione, il figlio di Cleopatra e Giulio Cesare, e un ritratto di Settimio Severo, raffigurato come Serapide (apportatore di salvezza). L’altra sala espositiva aggiunta al museo apparteneva all’appartamento di Roberto Altemps, figlio del cardinale Marco Sittico Altemps, cui si deve il nome del palazzo. Vi sono esposti straordinari pezzi della collezione Mattei di Villa Celimontana, tra cui alcuni ritratti di Giulio Cesare e un grande rilievo di sarcogago con episodi relativi alle origini di Roma.


Orario: 9-19,45, dopo la Settimana della Cultura le nuove sale saranno aperte tutte le domeniche in orario museale e dal martedì al sabato con visita guidata.

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