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Il Palermo si «sgonfia» davanti all’Empoli

Massimo Bianchi

da Empoli

Fatale è ancora la quarta. Il Palermo si ferma ad Empoli, sconfitta netta sul piano del risultato e del gioco, un passo indietro anche in classifica. Sul banco degli imputati finiscono i giocatori rosanero, il tecnico Guidolin ma anche l'arbitro Tagliavento; tutti protagonisti sia pure a diverso titolo, di questo passo falso difficile da ipotizzare alla vigilia. Anche perché la formazione di Cagni presentava numerose e importanti defezioni. Invece sono stati i toscani a fare la partita: senza timori reverenziali. Anzi prendendo l'avversario alla gola, con un pressing asfissiante e a tutto campo. Guidolin aveva fatto, ancora, abbondante ricorso al turn over. Lui ha tanti giocatori a disposizione. Può, anzi deve, permetterselo. Ma ha sbagliato sulle «dosi».
Con Simplicio squalificato ha tenuto in panca Corini, Zaccardo e Di Michele. Tre elementi fondamentali nell'economia del gioco rosanero. Una scelta operata forse sottovalutando l'undici di Cagni o, più probabilmente per problemi di Coppa Uefa, un palcoscenico che anche Zamparini pare avere a cuore. Eppure ai rosanero non sono mancate le occasioni per andare in vantaggio e comunque per limitare i danni. Il rigore sprecato da Brienza, tiraccio alto sopra la traversa di Balli, grida ancora vendetta. Concesso per un fallo di Ascoli ai danni di Amauri, sulla prima palla decente gestita dal brasiliano. Era il minuto 24: poteva essere il momento della svolta dopo tanta melina a centrocampo. L'errore di Brienza galvanizzava i padroni di casa che quattro minuti più tardi andavano in vantaggio. L'assist da destra era di Marianini, imperioso lo scatto di Saudati, a bruciare Barzagli nonostante debba rendere al nazionale numerosi centimetri.
Abulica la reazione rosanero. Un tentativo velleitario di Brienza mentre l'Empoli insisteva con rapidi contropiede. Come quello condotto in tandem da Saudati e Pozzi e miracolo di Agliardi a chiudere lo specchio della porta. Sette minuti nella ripresa e Tagliavento diventava protagonista. Ancora Ascoli ad intervenire in area su Brienza. Che veniva atterrato nel contrasto. Tagliavento, non assistito dal suo collaboratore Calcagno interveniva per sanzionare il palermitano per simulazione. Graziando i toscani dal rigore e dalla espulsione di Ascoli già ammonito in precedenza.
La partita girava su questo episodio e giustificate erano le proteste di Guidolin. Che, 60 secondi più tardi vedeva Agliardi battuto per la seconda volta. Splendida l'azione e la conclusione di Almiron. Capace di inventarsi il gol della domenica. Meritato quindi il successo dei toscani, saliti in classifica a livelli impensabili alla vigilia. Nonostante nell'occasione Cagni avesse dovuto sopperire ad assenze importanti, su tutte quella di Buscè. Ma la vena straordinaria di Vannucchi e Almiron ha colmato le lacune, insieme con la compattezza di un gruppo partito col piede giusto. Contenuta, alla fine, la delusione di Guidolin. «Non siamo invincibili - la dichiarazione del tecnico - il clima creato intorno a noi ci ha fatto forse sentire più forti di quello che siamo.

E questo stop può anche essere salutare».

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