Pannella vuole un posto nel regime che tanto odia

Pannella ha ovviamente ragione. Il nascente Partito democratico è un partito di regime. Ma non lo è perché gli ha sbattuto la porta in faccia escludendolo dalla corsa alla segreteria. Lo è per via di quella pura e semplice evidenza che è la provenienza di tutte le sue componenti, nessuna esclusa, da quel gagliardissimo ancien régime che fu la seconda edizione (quella in salsa catto-comunista) della prima Repubblica. Ma allora perché vuole entrarci?
C’è chi dice che vuole entrarci (nel regime) per la semplice ragione che ci è già entrato da bel pezzo. Altri sostengono che vuole entrarci (nel regime) perché è giustamente convinto di aver acquisito il diritto di esserne considerato un elemento essenziale contribuendo più volte a incoraggiarne il sogno principale, che da ormai un decennio e rotti resta ovviamente quello di accoppare il Cavaliere. Alcuni aggiungono che egli ritenga, non a torto, di avergli dato (al regime) una recentissima prova assolutamente inoppugnabile della propria fedeltà offrendo alla sua ultima impresa – l’ascesa al governo della presente ammucchiata prodiana – l’eroico sostegno dei pochi ma determinatissimi voti che la Rosa Radicale, alle ultime elezioni, è riuscita a conservare infilandosi nel Pugno Socialista. Qualche spirito capzioso insinua che egli nutra il comprensibile desiderio di incassare finalmente (dal regime) il guiderdone dovutogli per quest’ultimo servigio resogli. Una quinta comprensibile ragione si dice che sia la voglia matta di rigenerarlo (il regime) iniettando nelle vene del Pd, che egli crede non a torto gonfio di moralona socio-statalista, una ragionevole dose di moralina laico-liberale. Non manca infine chi afferma che una sesta potente ragione sia il puro e semplice desiderio di ingaggiare un gagliardo corpo-a-corpo con Veltroni.
Sono ipotesi interessanti. Ma lo sarebbero ancora di più se si osservasse che lasciano tutte intravedere quella che in fondo è la vera e sola ragione per cui questo inesausto lanciatore di progetti politici in forma di digiuni e di dispacci audiovisivi vuole concorrere alla leadership del Pd. In tutti i suoi ultimi appelli ha sempre com’è noto ribadito l’intenzione di creare qualcosa di assolutamente nuovo. E quale dovrebbe essere questa novità assoluta? In un suo recente discorso ha rivelato che ciò a cui pensa è «un nuovo soggetto politico di alternativa laica, liberale, socialista, radicale, capace di tenere insieme la lotta legalizzatrice per l’affermazione delle nuove libertà civili con quelle per l’innovazione economico-sociale e la promozione globale della libertà e della democrazia». Quale modesto programma... Ecco comunque spiegato sia perché Marco vorrebbe entrare a ogni costo in quel regime di cui fa già parte, sia perché il regime, pur avendolo già accolto, non vuole farlo entrare.
guarini.

r@virgilio.it

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