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Il «papà» del Labradoodle «Ho creato dei mostri»

Il selezionatore dell'incrocio tra Barboncini e Labrador: sono cuccioli destinati ad ammalarsi

Oscar Grazioli

«Ho creato un mostro!» A distanza di 30 anni Wally Conron si è pentito. «Ho dato il via a una tendenza pericolosissima», ha detto al network americano Abc. «Ho aperto un vaso di Pandora e liberato il mostro di Frankenstein» ha affermato all'Australia Broadcasting Corporation. Le parole di Conron hanno fatto il giro del mondo, raccolte e rilanciate dai media a causa della loro durezza. I social hanno fatto il resto, riaprendo il dibattito sui confini della manipolazione genetica e creando confusione e polemiche da parte degli amanti di quella razza di cui Wally è responsabile, quell'incrocio di cui si faceva vanto e andava fiero fino a ieri. Il sito «Doberdogking» ci racconta come è nato il Labradoodle, l'incrocio tra il Barbone e il Labrador retriever che oggi Conron si pente di avere «costruito». Conron lavorava in un'associazione per ciechi con un programma di allevamento per formare cani guida. Di solito lavorava con Labrador e Golden retriever, ma arrivò un giorno in cui ricevette una lettera da una donna hawaiana cieca che voleva un cane guida. Suo marito era allergico al pelo dei cani. Wally sapeva che il pelo riccio dei barboncini è ipoallergenico, perché non fa una vera muta. Così lavorò con i 33 Barboncini di taglia grande che aveva a disposizione cercando di trovarne uno che fosse adatto all'impegno delicato richiesto dalla donna, ma non ci riuscì. Nessun Barboncino mostrava le qualità necessarie per diventare un cane guida, e, dal momento che il tempo passava, prese una decisione senza precedenti: incrociare una delle sue Labrador con un Barboncino sperando che il risultato potesse soddisfare la richiesta della donna. Vennero effettuate prove pertinenti e dei 3 cuccioli che nacquero da quella cucciolata uno di loro era completamente ipoallergenico e aveva le caratteristiche necessarie per diventare un cane guida. Wally Conron divenne famoso per avere creato il Labradoodle di cui il «creatore» andava fiero. Osteggiato (e anche picchiato pubblicamente) dagli allevatori delle razze pure, Wally decise di non cercare il riconoscimento ufficiale della razza e si ritirò, lasciando che altri allevatori continuassero il suo lavoro. Il Labradoodle conquistò una vasta platea di appassionati e le richieste piovevano da tutto il mondo. Nonostante i denigratori lo considerassero un «cane da design», effettivamente il Labradoodle manteneva le sue promesse: ipoallergenico, docile, intelligente, eccellente come ausilio per molti invalidi. E Wally, dal suo ritiro, era orgoglioso di questa sua scoperta. Questo fino a ieri, quando le sue parole («Ho creato un mostro») hanno sconcertato e confuso il mondo cinofilo e resi increduli i proprietari di questa razza. L'uomo australiano che ha introdotto Labradoodle nel mondo dal 1989 afferma ora che la razza è il suo «rimpianto della vita». In realtà, già nel 2014, in un post su Psychology Today, Conron denunciava «i selezionatori da cortile che sono saliti sul carro da lui trainato». Ma oggi il suo giudizio è ancora più spietato, dopo essersi reso conto che alcune persone senza scrupoli stavano allevando Labradoodles, Goldendoodles, Schnoodles e altri incroci senza prendere le dovute precauzioni per evitare cuccioli malsani, ma solo per rendersi famosi e fare cassa.

Quella cassa che molti oggi gli rinfacciano di non avere disdegnato, fino alla sua (forse) ultima conversione.

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