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Addio a Carlos Saura, il più grande regista spagnolo che "lottò" contro Franco

Morto a 91 anni Carlos Saura, uno dei più grandi registi della storia del cinema spagnolo e mondiale. Tre volte candidato all'Oscar, lottò contro la censura di Franco

Addio a Carlos Saura, il più grande regista spagnolo che "lottò" contro Franco

Avrebbe dovuto ritirare domani, 11 febbraio, il premio Goya d'Onore 2023 alla cerimonia dei Goya Awards che si terrà a Siviglia. Invece non ce l'ha fatta il grande regista Carlos Saura, che è morto per un'insufficienza respiratoria a Madrid all'età di 91 anni. A dare il triste annuncio la stampa spagnola, ricordando sia il suo percorso artistico, che la lotta contro la censura imposta dal regime di Franco. "Sono stato fortunato nella vita facendo ciò che mi attraeva di più: ho diretto cinema, teatro, opera e ho disegnato e dipinto per tutta la vita" aveva detto esprimendo la sua felicità nell'aver ottenuto il prestigioso premio.

Saura era nato nel 1932 a Huesca nella comunità autonoma dell'Aragona nel nord-est della Spagna. Figlio maggiore di quattro fratelli, il più giovane dei quali il pittore Antonio Saura, era figlio di un avvocato e di una pianista. Insieme alla famiglia si era poi trasferito a Madrid durante la guerra civile per finire gli studi, ma fu l'amore per la fotografia che lo indirizzò verso altri lidi, tanto che a soli 18 anni, aveva già partecipato a una collettiva ed era entrato nel mondo dell'avanguardia insieme al fratello Antonio.

Il passo verso il mondo del cinema per lui fu breve. Negli anni '50 si iscrisse all'Istituto di Ricerche ed Esperienze Cinematografiche di Madrid, una scuola sperimentale di cinematografia, che frequentò per quattro anni, diplomandosi con un documentario dal titolo Il pomeriggio della domenica. In quell'stituto, rimase anche come insegnante dal 1967 fino alla metà degli anni '60, e proprio lì realizzò anche alcuni cortometraggi dedicati al fratello pittore.

Nel '59 vide la luce il suo primo lungometraggio, I monelli, girato solo con una camera a mano, che si ispirava al neorealismo italiano e al cinéma vérité francese. Raccontava la storia di un gruppo di adolescenti della periferia di Madrid, tra cui uno con il grande sogno di diventare torero. Il film partecipò al Festival di Cannes nel 1960, dove ottenne un grande successo, cosa che non accadde invece in Spagna, dove uscì solo nel '62 dopo aver subito pesanti tagli da parte della censura. Nel '63 uscì il suo film in costume ambientato nell'800: I cavalieri della vendetta, e inizia la sua "lotta" adoperandosi insieme ad altri autori del "nuevo cine" spagnolo, per il rientro in patria del regista Luis Buñuel.

Uno degli incontri più importanti nella sua vita, fu quello con l'amico e produttore Elias Querejeta, un sodalizio che darà poi vita a quasi tutti i successivi film del regista, garantendogli anche la totale libertà d'espressione nei suoi lavori cinematografici. Nella sua vità arrivò poi Geraldine Chaplin, che non soltanto divenne la proagonista di molti dei suoi film, ma anche sua musa ispiratrice. Ad iniziare da Frappé alla menta del 1967, vincitore dell'Orso d'argento al Festival di Berlino, Lo stress è tre, tre del 1968, La tana del 1969 e Anna e i lupi del 1973.

Con la Chaplin iniziò anche un rapporto sentimentale, e nel 1974 diede alla luce uno dei sette figli del regista. Tra gli altri suoi film vanno ricordati: Cría cuervos, vincitore del premio speciale della giuria a Cannes 1976; Elisa, vita mia del 1977, Gli occhi bendati del 1978 e Mamà compie 100 anni del 1979. Nel 1981 vince l'Orso d'oro a Berlino, per il contestato film In fretta in fretta. Il suo lavoro è stato apprezzato da intere generazioni anche oltreconfine. Fu citato da Martin Scorsese, Woody Allen e Steven Spielberg, ma anche da registi spagnoli contemporanei come Paco Plaza, Raúl Arévalo e Carlos Vermut.

Il suo talento è e sarà sempre parte del patrimonio culturale della nostra storia grazie a film indimenticabili come Ay, Carmela e La prima Angélica” ha scritto su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez.

Fu candidato tre volte all'Oscar come "miglior film straniero" per le pellicole Mamà compie 100 anni nel 1980, Carmen Story nel 1984, Tango nel 1999.

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