Pillole reali

Un “finto” royal tour? Cosa non ha convinto del viaggio di Harry e Meghan in Nigeria

Il viaggio in Nigeria dei duchi di Sussex è il primo passo di un nuovo percorso basato su un concreto impegno umanitario, o l’ennesima strategia della coppia per farsi notare?

Un “finto” royal tour? Cosa non ha convinto del viaggio di Harry e Meghan in Nigeria
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Harry e Meghan sono tornati dal loro viaggio di tre giorni in Nigeria. Un notevole successo in termini di popolarità, a cominciare dall’accoglienza trionfale tributata ai duchi. L’armonia apparente di questo tour, però, sarebbe stata spezzata da diverse note stonate e da una domanda che fa capolino tra gli applausi e i sorrisi: qual è il significato e l’obiettivo finale di queste settantadue ore in Africa secondo i Sussex?

“Il primo di molti memorabili viaggi”

Il 10 maggio 2024 Harry e Meghan sono arrivati ad Abuja, in Nigeria per il loro tour di tre giorni. Il Paese, infatti, è stato incluso nella lista dei partecipanti agli Invictus Games del 2025 (che si terranno in Canada). Sarà, inoltre, la prima nazione africana ad affrontare questa competizione creata dal principe nel 2014. I due hanno presenziato a eventi basati sui temi che più stanno loro a cuore, ovvero l’emancipazione femminile e la salute mentale, hanno incontrato veterani di guerra, visitato charity e promosso il lavoro della loro fondazione, la Archewell. Tutto ciò che, a ben guardare, fanno i reali durante i loro tour. Per questo l’iniziativa è stata definita “una farsa” e “un finto royal tour” da Charlotte Griffiths del Mail On Sunday. Definizioni riprese anche da altri tabloid. La coppia, come ha riportato il Telegraph, ha apparentemente ignorato le critiche, parlando di tre giorni “fantastici” che spera possano diventare “il primo di molti memorabili viaggi”.

Tra Hollywood e Buckingham Palace

I giornali hanno fatto riferimento al viaggio in Nigeria di Harry e Meghan come a una specie di tour reale alternativo. Non avrebbero tutti i torti. L’impressione è che, ancora una volta, i duchi avrebbero giocato sull’ambiguità della loro figura pubblica, ovvero sul fatto di continuare a usare i titoli nobiliari pur non facendo più parte della royal family. Senza dimenticare, poi, una realtà immutabile: Harry rimane il figlio di Re Carlo III, perciò qualunque cosa decida di fare si riflette sulla monarchia. È come se i Sussex tentassero di mantenersi in equilibrio su un fio sottilissimo, sospeso tra Hollywood e Buckingham Palace. Il rischio, però, è che la mancanza di una scelta concreta e ben definita tra una di queste due parti trasformi l’ambiguità in un limbo, un luogo di niente e di nessuno, chiamiamolo così, in cui le immagini sbiadite di Harry e Meghan vagano senza meta.

Un viaggio privato, ma con tutti i crismi dell’ufficialità

Prove di tutto ciò sarebbero l’accoglienza dei Sussex in Nigeria e la reazione britannica. I duchi sono stati invitati dal Capo di Stato Maggiore della Difesa nigeriano, il generale Christopher Gwabin Musa, dettaglio che inevitabilmente ha conferito un carattere ufficiale al loro viaggio. In più la Nigeria ha provveduto all’imponente security dei due ospiti, accogliendoli con l’esercito schierato e con tutti gli onori che si dovrebbero riservare a un Capo di Stato. A nulla è servita la puntualizzazione dell’Alto Commissario britannico per la Nigeria, Richard Montgomery, il quale, citato dal Daily Mail, ha dichiarato: “La loro è una visita privata, non ufficiale. La British High Commission non è coinvolta nell’organizzazione…dell’agenda di viaggio. [I Sussex] non rappresentano il lavoro del Governo di Sua Maestà in questa visita”. Di solito sono le autorità governative della nazione ospitata e di quella ospitante a prendere accordi per i tour, la cui finalità è sempre quella di promuovere, sostenere, rafforzare i rapporti diplomatici e commerciali tra Stati. Eppure il viaggio di Harry e Meghan non assomigliava poi tanto a quello di due privati cittadini.

Un guardaroba eccessivo?

Meghan Markle è stata criticata per il look eccessivamente sfarzoso e dunque inadatto all’occasione. Per una visita alla Wuse Lightway Academy, nel primo giorno di viaggio, la duchessa ha sfoggiato un abito color pesca da 1288 euro, di Heidi Merrick, dal nome evocativo “Windsor”. Il vestito, impreziosito da uno strascico, lasciava la schiena nuda. Meghan ha abbinato all’abito il bracciale Love di Cartier da 7mila euro, l’orologio di Cartier di Lady Diana da 17.800 sterline e un bracciale tennis di diamanti da 6mila euro. Per il secondo giorno in Nigeria, in occasione di una partita di pallavolo paralimpica ad Abuja, la duchessa ha optato per un vestito con spacco di Johanna Ortiz, il “Tropicana Nights” da 1716 dollari. Per chiudere il tour alla State Governor House a Lagos Meghan ha scelto un vestito giallo di Carolina Herrera da 3.990 dollari, già visto nello scatto in cui i Sussex festeggiavano il primo compleanno di Archie e al momento dell’annuncio della seconda gravidanza. A completare l’outfit una collana d’oro di Aurate da 6.000 dollari, orecchini in oro da 3.250 di Jennifer Meyer, un bracciale di Lorraine Schwartz da 18.500 dollari. Questo solo per limitarci ai look più chiacchierati.

I gioielli di Lady Diana

Il Daily Mail ha calcolato che in soli tre giorni di tour Meghan avrebbe indossato abiti e gioielli per un valore complessivo di circa 120mila sterline. Una media di tre abiti al giorno, ha detto il Mirror. Un’ostentazione, secondo alcuni. Non sono sfuggiti nemmeno gli omaggi a Lady Diana. Oltre al già citato orologio di Cartier, durante un ricevimento per le vedove e le famiglie dei militari, tenutosi lo scorso 11 maggio al Defense Headquarters Officers Mess di Abuja, la duchessa di Sussex ha indossato per la prima volta la collana con la croce di diamanti appartenuta alla suocera. Il tributo potrebbe rafforzare l’idea espressa al Mirror, lo scorso marzo, dall’esperto reale Tom Quinn: “Meghan ha sempre visto se stessa come l’erede di Diana”. Tra l’altro l’indimenticabile principessa ha visitato la Nigeria nel marzo del 1990. Per i Sussex, dunque, essere nel Paese africano vorrebbe dire, in un certo senso, raccogliere il testimone di Lady D, presentandosi come gli unici eredi degni di proseguire la sua opera filantropica.

“Mi hanno detto di adattarmi”

Il 13 maggio 2024, durante la partecipazione a un panel dedicato alla leadership al femminile, Meghan ha indossato un abito rosso della designer nigeriana Orire, del valore di 230 sterline, creato secondo i dettami della moda etica. Questa brusca virata nello stile glamour che ha caratterizzato il tour sarebbe stata una “decisione dell’ultimo minuto”, ha spiegato il Mirror. Una scelta forse imposta, come sembrerebbe di intuire dalle parole di Meghan: “Mi è stata comunicata molto velocemente la necessità di indossare più colore, in modo da adattarmi a tutti voi alla vostra moda incredibile”. Forse sarebbe stato meglio se la duchessa si fosse limitata a sfoggiare l’outfit senza dire nulla. L’idea poco elegante che le sue parole lascerebbero intendere sarebbe quella di una personalità snob, quasi obbligata a scendere a compromessi con un tipo di moda che non le piace e neanche degna di uno sguardo.

Regali accettati

Proprio perché non fanno più parte della royal family Harry e Meghan hanno potuto dimenticare le regole del protocollo in materia di doni costosi. La linea di condotta della Corona, ha spiegato il Sun, impone di rifiutare i regali “laddove vi siano dubbi sulla correttezza o motivazioni del donatore o del dono stesso”. I reali possono accettare regali come fiori, cibo o libri a patto che non superino il valore di 150 sterline. Tale precauzione ha lo scopo di scongiurare eventuali imbarazzi, situazioni scomode in cui i Windsor potrebbero sentirsi in debito, obbligati a ricambiare il regalo. In generale, anche durante i viaggi, lo staff della Corona chiede di evitare doni costosi e stravaganti. Al contrario Harry e Meghan hanno potuto accettare “gioielli, opere d’arte e abiti”, ha detto ancora il Sun, offerti in regalo dalla Nigeria. Si tratterebbe di più di venti oggetti in totale. Tuttavia, dato che i Sussex usano i loro titoli, avrebbero potuto ponderare meglio le loro scelte e magari, anche solo per una questione di immagine, rifiutare i souvenir più lussuosi.

“Finti royal”

Non è chiaro se il tour in Nigeria sia stato un nuovo espediente studiato dai duchi per non farsi dimenticare dall’opinione pubblica, o se davvero possa diventare una sorta di trampolino di lancio per il lavoro umanitario della coppia. Tutti i progetti di Harry e Meghan, dalle serie Netflix al brand American Riviera Orchard, passando per Archewell e il viaggio in Africa, appaiono ancora scollegati tra loro, senza una visione, un filo rosso che ne sottolinei l’essenza. Il parere di molti esperti è impietoso. La commentatrice reale Kinsey Schofield ha accusato i duchi di “non essere sinceri”, di avere un atteggiamento egocentrico: “Meghan ha afferrato il microfono e parlato di se stessa, invece che dell’ambiente, di alcuni eroi, eroi di guerra, veterani che ha incontrato nel corso degli Invictus Games.

Un tipo di errore che [Harry e Meghan] commettono perché sono disonesti, finti reali e non hanno il modello che ha la royal family”. Non meno dura è stata l’esperta Sarah Louise Robertson, che a Gb News ha dichiarato: “Si sono prefissati l’obiettivo di essere royal alternativi. Questo è un altro tentativo per ridefinire il loro brand”.

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