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Gatta nera, "age-shaming", emancipazione: ecco il cortocircuito progressista

La sinistra che si straccia le vesti perché Insegno ha detto che Ainett Stephens "è diventata un po’ più grande" per fare la Gatta nera la vorrebbe davvero muta e vestita di latex accanto al conduttore?

Gatta nera, "age-shaming", emancipazione: ecco il cortocircuito progressista

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Gatta nera, age-shaming, emancipazione: il cortocircuito progressista spiegato bene

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Ogni giorno si fa una scoperta e viene fuori che Pino Insegno ha fatto "age-shaming" nei confronti di Ainett Stephens. Ogni giorno con questi progressisti si impara qualcosa di nuovo, è straordinario. Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall'inizio, da quando il conduttore è stato annunciato alla conduzione de "Il mercante in fiera". I nati negli anni '80 e '90 hanno esultato per il ritorno del titolo, uno di quelli cult degli anni Duemila per Mediaset: un bel gioco divertente da guardare in famiglia e con cui cimentarsi nell'ora di cena, televisivamente chiamato access prime time, con la conduzione proprio di Pino Insegno. Non tutti sanno che una primissima edizione andò in onda addirittura nel 1996 sulla fu Telemontecarlo.

Ma senza perderci in voli pindarici sugli antefatti televisivi, torniamo al punto. Ainett Stephens era parte integrante delle edizioni di Pino Insegno, che le hanno permesso di farsi conoscere al grande pubblico. Vestiva i panni, attillatissimi e provocanti, della Gatta nera ma anche della Gatta bianca, che già all'epoca si faceva attenzione a non scontentare nessuno. Applausi, sorrisi e salamelecchi per Insegno e Stephens fino a 16 anni fa, quando il titolo viene messo in archivio, quasi dimenticato. Insegno fa la sua vita e Stephens la sua.

Ecco che torna il Mercante in fiera e Pino Insengo, in un'intervista, a domanda risponde che no, Ainett Stephens non ci sarà, perché "è diventata un po’ più grande". Mai l'avesse detto (e lui dice di non averlo detto): su di lui si è riversata l'ira funesta dei progressisti, indignati perché l'uomo ricco e bianco (anche di capelli, figuriamoci) ha osato fare un commento sull'età di una donna, per giunta nera. Che su Insegno cada la disgrazia eterna per aver notato che Stephens non ha più 25 anni, facendo niente meno che age-shaming. Che cosa voglia dire, un giorno, ce lo diranno.

La stessa, se si può dire ex, Gatta nera (e pure bianca) si è buttata nella mischia confusa dicendo che a 41 anni non si sente vecchia (e ci mancherebbe) e che pretende delle scuse. Che Stephens dia fisicamente le piste a moltissime giovani colleghe, vostro onore, appare palese, ma davvero le donne hanno bisogno di sentirsi apprezzate solo perché hanno una certa fisicità? Amici progressisti, qui siamo in un corto circuito enorme: vi state strappando le vesti perché Ainett Stephens, a 41 anni, non sarà più inguainata in una tutina di latex, muta accanto al conduttore bianco? E l'emancipazione? E l'uguaglianza? Che poi è stato lo stesso conduttore a togliere le castagne da fuoco a tutti, perché la Gatta nera non ci sarà più.

Fine.

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