Il personaggio della settimana

Le contraddizioni di Fiorella Mannoia

Like e post condivisi di continuo in favore della Palestina: Fiorella Mannoia schierata nel conflitto in Medio Oriente dimentica i bambini di Israele

La guerra in Medio Oriente e le contraddizioni di Fiorella Mannoia

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La guerra in Medio Oriente e le contraddizioni di Fiorella Mannoia

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Fiorella Mannoia su X si definisce cantante-parlante ma, forse, è giunto il momento di cambiare bio: cantante-militante è una descrizione più appropriata per la rossa, di capelli e di intenti, interprete di alcune delle più belle canzoni del repertorio musicale italiano. Non che sia una novità, visto che anche questo tratto del suo essere ha contribuito al suo successo, ma da quando di è riacutizzato il conflitto tra Israele e Palestina, la nostra ha risvegliato quel mai sopito senso di ribellione sinistra. Una cosa va detta: di artisti che in questo momento si stanno schierando in questo conflitto ce ne sono pochi. E meno male, si potrebbe aggiungere, visto che non si tratta di una partita di pallone. Ma Mannoia ha deciso di fare il paio con Zoro e con pochi altri, condividendo e mettendo like a tutto spiano senza timore di schierarsi: di questo le va dato atto, almeno non si nasconde e porta avanti coerentemente le sue idee.

Le argomentazioni che piacciono alla cantate sono diverse, ma inevitabilmente a senso unico. Non che stupisca, ovviamente, ma vedere sulla bacheca di Mannoia il retweet e il like a un post secondo il quale questa è "la guerra di Israele contro i bambini" fa un certo effetto. Che nessuno mai neghi che nei bombardamenti di Israele nella Striscia di Gaza stiano morendo i civili, e che anche un solo innocente che perde la vita è un innocente di troppo, ma se poi si condivide il post di Selvaggia Lucarelli in cui si stigmatizza la "disonestà intellettuale", allora si entra in un cortocircuito. Hamas ha usato i civili, insieme ai miliziani, per i suoi assalti ai kibbutz e al rave party del 7 ottobre, e continua a usarli come scudi umani contro i razzi di Israele. Ma chi "tifa" Palestina questo lo dimentica.

Continuando a scorrere la bacheca dei mi piace di Fiorella Mannoia si trova anche il "mi piace" a un post in cui si dice che "tutti i bambini sono nostri figli": vero, verissimo. Ogni bambino ha il diritto di vivere, di crescere e di scoprire il mondo facendo ogni errore che gli venga consentito. Anche i bambini israeliani che sono stati barbaramente uccisi e rapiti il 7 ottobre ne avevano diritto, però. Anche quelli erano nostri figli, anche quelli che ora sono nelle mani di Hamas e vengono usati per scoraggiare gli attacchi di Israele contro i terroristi sono nostri figli. Quelli che vengono ritratti nei manifesti "kidnapped" in giro per il mondo, che vengono strappati dai sostenitori della Palestina, sono nostri figli.

Ecco, è bene non dimenticare mai le atrocità che hanno portato agli assalti di queste settimane: e se davvero Mannoia crede davvero che tutti i bambini siano nostri figli, allora inserisca nel suo flusso social anche le immagini di quegli altri.

Lei come chiunque oggi riempie la sua bacheca con appelli pseudo-pacifisti che vorrebbero essere spacciati come commenti superiori ma sono alla stregua della tifoseria da stadio.

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