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Pandoro gate, ora Ferragni va all'attacco: ricorsi al Tar contro l'AgCm

Sono due i ricorsi che Ferragni ha depositato al Tar del Lazio per l'affair Balocco: l'obiettivo è quello di veder cancellata la sanzione dell'Antitrust

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Chiara Ferragni ha depositato al Tar due ricorsi in merito alla sanzione inflitta dall'AgCm in merito alla campagna del pandoro "Pink Christmas": un ricorso per ogni società coinvolta. L'obiettivo dell'influencer è quello di vedersi eliminata la sanzione, che ammonta a oltre un milione di euro. Anche Balocco ha presentato ricorso con lo stesso scopo e ci vorranno mesi prima che arrivi la pronuncia del Tar ma nel frattempo non si ferma la macchina giudiziaria innescata dalla segnalazione del Codacons, che ha portato all'iscrizione di Ferragni e di Alessandra Balocco nel registro degli indagati per truffa aggravata da minorata difesa.

Nell'intervista rilasciata al Corriere della sera, l'influencer ha continuato a ribadire la sua assoluta buona fede e ribatte sul fraintendimento e sull'errore di comunicazione. È evidente che quell'intervista fosse più che altro una pezza di accompagnamento ai ricorsi e una anticipazione a quella che sarà la strategia che verrà portata avanti nei prossimi mesi, a partire dalla convocazione in procura che avverrà probabilmente nelle prossime settimane. "Nel cartiglio e nei miei post, però, abbiamo sempre scritto e detto che 'Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’ospedale…', mai che una percentuale delle vendite sarebbe andata in beneficenza", dice Ferragni ai giornalisti (due) che hanno raccolto le sue dichiarazioni. Si dimentica, però, un passaggio fondamentale, che è quello del comunicato stampa del 2 novembre, che l'AgCm ha allegato al documento con il quale giustifica la sanzione. In quel comunicato viene esplicitato a chiare lettere un collegamento diretto tra la beneficenza e le vendite. Certo, non viene detto in quale percentuale, ma viene scritto.

E l'AgCm ha anche acquisito i contratti e gli scambi di mail tra le parti, rilevando come l'ultima parola decisionale per gli aspetti comunicativi nella campagna "Pink Christmas" fosse interamente in capo alla società di Ferragni. E ha rilevato, inserendolo tra le contestazioni, che nonostante dalle parti di Balocco abbiano fatto notare che non sarebbe stato utile generare quel collegamento, dalle parti di Ferragni si è comunque proceduto su quella strada. "Ci piaceva che tanti ci dicessero 'bravi' o 'siete così smart'. Quella dell’AgCm è stata la prima bastonata, la prima volta che qualcuno ci ha detto con durezza e pubblicamente che avevamo fatto male qualcosa", lamenta Ferragni. Che però nemmeno così è riuscita a fare un bagno di umiltà.

Magari, sarà per la prossima volta.

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