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Il casato dei Savoia, il trono e la legge salica: una querelle ancora aperta

Nel casato dei Savoia sarebbe ancora in vigore la legge salica, che potrebbe mettere in dubbio la successione dinastica all’interno dell’ex famiglia reale

Il casato dei Savoia, il trono e la legge salica: una querelle ancora aperta

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Sebbene in Italia la monarchia sia stata abolita nel 1946, la questione della linea di successione dei Savoia è tuttora aperta. Non esiste più un trono, ma i diversi rami del casato rivendicano un’autorità sull’intera famiglia, come legittimi eredi degli ultimi Re d’Italia. Ora che Vittorio Emanuele di Savoia è morto la querelle potrebbe infiammarsi di nuovo in nome della legge salica.

La legge salica e le donne

Le norme che regolano la successione dei Savoia rappresentano una faccenda piuttosto complicata. Il Casato ha perso la corona, ma non i titoli nobiliari, dunque è corretto ragionare in termini di linea dinastica. Vittorio Emanuele, figlio dell’ultimo Re d’Italia Umberto II, è morto il 3 febbraio 2024 a Ginevra, dopo aver trascorso in esilio 57 anni della sua vita, dal 1946 al 2003. In linea teorica il titolo dovrebbe ora appartenere al suo unico figlio, Emanuele Filiberto. In casa Savoia esisterebbe ancora la legge salica, ovvero la successione esclusiva degli eredi maschi, che ritroviamo anche nello Statuto Albertino del 1848.

Nel 2020 Vittorio Emanuele, allo scopo di modernizzare il casato, annunciò l’abolizione di questa legge anacronistica e discriminatoria nei confronti delle donne. Il ramo della famiglia guidato da Aimone di Savoia duca d'Aosta, però, si oppose alla decisione: “Fino alla restaurazione della monarchia costituzionale la legge salica è immodificabile”, disse, citato dal Corriere.it. Questa diatriba complicò i rapporti familiari, già difficili, generando confusione per quel che concerne le regole di successione. Nel 2023, infatti, Emanuele Filiberto rivelò di voler “abdicare” in favore della sua prima figlia Vittoria, proprio in nome del cambiamento fortemente voluto da Vittorio Emanuele. Il duca d’Aosta, però, ha tre figli, due maschi e una femmina. Per la legge salica sarebbe il primogenito, il 14enne Umberto, il legittimo erede.

Se ci fosse un trono, forse la situazione si chiuderebbe (o magari sarebbe già chiusa da anni) con una riforma approvata anche dal Parlamento che abolisce definitivamente o in parte la legge salica e un giorno la primogenita di Emanuele Filiberto potrebbe legittimamente regnare. Quest’ultimo caso, ovvero la legge semisalica, lo ritroviamo in Spagna, dove l’erede al trono è la principessa Leonor, primogenita di Felipe VI e di Letizia Ortiz. Se i sovrani avessero avuto un figlio maschio, questi avrebbe scavalcato la sorella nella linea di successione. Il diritto delle donne di ereditare il titolo (e, ipoteticamente, regnare) non è l’unico problema dei Savoia.

Il consenso del sovrano

Nel 1780-82 Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna, emise delle Patenti Regie allo scopo di precisare meglio le regole di successione dei Savoia. Questi documenti stabilirono che un Principe reale non ha diritto di contrarre matrimonio senza prima aver ottenuto il permesso del Re. Se sceglie di ribellarsi alle regole, sancirà la sua decadenza dinastica, ovvero perderà il titolo, i privilegi e lo status. Negli anni Cinquanta Vittorio Emanuele ebbe una relazione con l’attrice Dominique Claudel. Il padre, Umberto II, lo avvertì che non avrebbe dato il suo assenso a delle eventuali nozze e, di conseguenza, il giovane avrebbe perso tutti i suoi diritti, compreso quello patrimoniale.

In quanto erede, infatti, Vittorio Emanuele avrebbe ricevuto una fetta più consistente della fortuna dell’ex Re rispetto alle sue sorelle. Se avesse disobbedito, si sarebbe dovuto accontentare di essere equiparato agli altri discendenti, secondo le normali regole patrimoniali. Nel 1970 Vittorio Emanuele sposò, pare senza il consenso paterno, la borghese Marina Doria a Las Vegas. L’ira funesta di Umberto II non si fece attendere: l’ex sovrano dichiarò automaticamente decaduto il figlio. Proprio alla perdita dello status si aggrappa Aimone di Savoia nella querelle sulla legge salica.

Non è finita qui: la gestione del Pantheon, dove si trovano le sepolture degli ultimi Re d’Italia, rispondono all’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore delle Reali Tombe del Pantheon. L’ente è amministrato dal Ministero della Difesa e riconoscerebbe Vittorio Emanuele come vero Re. Ciò significa che il defunto figlio di Umberto II potrebbe essere seppellito proprio nel Pantheon. Onore negato, nel 2021, ad Amedeo d’Aosta, padre di Aimone.

Non è escluso che la morte di Vittorio Emanuele porti a ulteriori sviluppi nella vicenda della successione, una faida reale in cui regole, tradizioni e persino antipatie personali si sono mescolate senza soluzione di continuità, in un groviglio quasi inestricabile.

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