Giù la maschera

Dalla parte di Montanari

Tomaso Montanari è stato duramente contestato da un gruppo di attivisti pro Palestina

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L'altra mattina, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università per Stranieri di Siena, il Magnifico Rettore, Tomaso Montanari, uno di quei fiorentini che abusano del diritto di esserlo, divisivo anche con se stesso, è stato duramente contestato da un gruppo di attivisti pro Palestina. Proprio lui! L'intellettuale più corretto della sinistra ipercorretta... E insomma, alla fine gli hanno dato del «suprematista, razzista, colonialista». Il motivo? Non aver aderito al boicottaggio delle università israeliane.

A guidare la protesta uno studente che sembra uscito, con 45 anni di ritardo, dal set di Ecce bombo. Parole d'ordine del miglior collettivismo anni Settanta, parka, jeans, maglione a pelle e il «fuori corso» come prassi politica. Poi si è scoperto che si chiama Karem Rohana, nato ad Haifa da madre italiana, attivista palestinese Ad ovest di Paperino e a sinistra della sinistra-sinistra. È quello che regalò a Ghali la kefiah che ha portato a Sanremo.

E così anche il Magnifico Montanari finì vittima dell'implacabile vendetta regolata dal codice Nenni: «A gareggiare a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura». O anche: «A gareggiare a fare l'agitatore politico, troverai sempre uno più Montanari di te».

Il fanatismo si sta ampliando. Ma non è neppure la cosa peggiore.

La cosa grave è che certi personaggi ti portano a solidarizzare con Tomaso Montanari.

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