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Lo 007 convertito all'islam fa una strage di poliziotti

L'attacco con un coltello di ceramica nella prefettura di Parigi: 5 morti, tra cui l'assalitore

Lo 007 convertito all'islam fa una strage di poliziotti

Parigi - «I poliziotti erano nel panico, lui correva dappertutto, alcuni piangevano». Un luogo emblematico, in pieno centro storico di Parigi. Un attacco a mezzogiorno che in pochi minuti assume i contorni della strage: 5 morti, compreso l'assalitore. Lui, un funzionario alle dipendenze della prefettura, da 18 mesi convertito all'islam, armato con un coltello di ceramica infierisce prima sulla diretta superiore che l'aveva convocato per chiarire alcuni comportamenti. Poi, in un vortice di apparente follia, uccide altri 3 agenti sempre nei locali blindati sull'Ile de la Cité.

Siamo a due passi da Notre-Dame. In pochi minuti l'isola viene cinturata e resa quasi inaccessibile al traffico. Metro «Cité» chiusa. Si teme un ritorno del terrorismo. Ma la lente d'ingrandimento all'inizio vira sul malessere tra le forze di polizia. Il ministro dell'Interno Cristophe Castaner, sul posto, dice che l'uomo «non ha mai presentato alcun segno di allarme» cercando di disinnescare la tensione tra gli agenti, reduci da uno sciopero di massa. Mercoledì Parigi era stata invasa da un corteo di 27mila uomini e donne in divisa: non accadeva dal 2001.

Poi lo scenario cambia. Non più questione di turni massacranti, pochezza di ferie, straordinari e stipendi sempre uguali. Né di stress generalizzato condito dall'incredibile tasso di suicidi tra le divise d'Oltralpe, 52 da inizio anno; un funzionario che uccide «in casa» due donne e due uomini, ferendone un terzo, non si era mai visto. Sul posto si precipita pure il presidente Emmanuel Macron, per mostrare «sostegno» e «solidarietà a tutto il personale», poi da Rodez osserva un minuto di silenzio e parla di «vero dramma».

In prefettura si scava intanto sull'autore del massacro: Mickaël H, nato in Martinica, 45 anni e un leggero handicap che ne pregiudica l'udito. Da 20 anni era nel vitale dipartimento informatico della prefettura, ufficio Servizi segreti interni senza essere poliziotto.

Nella perquisizione a Gonesse, banlieue nord, viene pure fermata la compagna. Anche lei musulmana. Passato ai Raggi X, la matrice terroristica non viene più esclusa, anche se l'inchiesta resta alla procura di Parigi, che indaga per «omicidio» e «tentato omicidio».

Fondamentale sarà l'analisi del cellulare per stabilire con certezza se si sia trattato di dramma sul lavoro o il frutto di una radicalizzazione. Ma com'è possibile che un non-poliziotto a tutti gli effetti, senza accademia né studi determinati possa stare nel cuore pulsante della sicurezza di Parigi? Come può portare un'arma, seppur di ceramica, senza che scanner o metal detector la rilevino? Più probabilmente, dato l'handicap, i controlli sono stati clementi. O, come ha raccontato qualche agente, basta dire che si pranza in ufficio e che il coltello serve per tagliare la mela. In prefettura. A Parigi.

«Getta il coltello!», gli avrebbe gridato un agente prima di neutralizzarlo mentre cercava di scappare dalla porta principale.

Premeditato o no che sia il gesto - altro punto chiave ancora da verificare - pare davvero incredibile che nell'ufficio antiterrorismo della prefettura della capitale sia sufficiente mostrare un badge per entrare senza troppi controlli.

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