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Adesso Boris fa pulizia: via un terzo dei ministri e minacce alla tv di Stato

Dopo il rimpasto Johnson rivedrà trasporti, sanità, immigrazione. Sfida sul canone Bbc

Adesso Boris fa pulizia: via un terzo dei ministri e minacce alla tv di Stato

Londra Settimana di fuoco quella che aspetta gli inglesi all'indomani della vittoria dei Conservatori. Il premier ha tutta l'intenzione di riportare al voto il suo accordo sulla Brexit entro Natale e di procedere a un rimpasto di governo destinato a rivoluzionare l'esecutivo. Domani i deputati ritornano alle Camere per riprendere in mano la legge che regolamenterà l'uscita dall'Europa.

Sebbene la strada si preannunci più facile per Johnson, rimane ancora molto da discutere. Giovedì la Regina inaugurerà il nuovo Parlamento con un cerimoniale ridotto eppoi Johnson partirà con le prime mosse. Oggi è previsto un minirimpasto con la sostituzione del ministro della Cultura Nicky Morgan e di quello per il Galles Alun Cairns, ma per un ricambio completo bisognerà attendere febbraio. Quel che invece si prefigura è un braccio di ferro con la tv di Stato. Che è in parte già cominciato: Downing Street ha già chiesto nel week end ai suoi ministri di non partecipare alla celebre trasmissione «Today programme», di Radio 4 e fonti del governo hanno fatto sapere che l'esecutivo intende «eliminare il coinvolgimento» anche in futuro. Ma il premier potrebbe alzare il tiro, come ha fatto intendere in campagna elettorale, quando ha sostenuto che il canone sia una tassa che non ha più ragione di esistere.

Nel discorso della Regina sarà illustrato un incremento della spesa per risollevare il servizio sanitario nazionale di 33.9 miliardi di sterline in quattro anni. È la prima volta in molti anni che un governo s'impegna legalmente in questa direzione. Altri 78 miliardi verranno inoltre utilizzati per migliorare i trasporti nel Nord dell'Inghilterra con la realizzazione di nuove strade e ponti. Tutte intenzioni che lo stesso Johnson aveva manifestato di persona il giorno dopo il voto quando si era recato al Nord, nella circoscrizione laburista di Tony Blair espugnata dai Conservatori per la prima volta in 84 anni. Già venerdì il premier aveva convocato a Downing Street tutti gli alti funzionari pubblici, incluso il segretario di gabinetto Mark Sedwill, sottolineando che il governo d'ora in poi dovrà impegnarsi per migliorare le vite degli elettori della working class nel Nord dell'Ingihlterra che avevano deciso di votare I Conservatori. Il 31 gennaio verrà chiuso il dipartimento per la Brexit il cui staff sarà suddiviso tra la squadra dei negoziatori di David Frost e il dipartimento per il commercio internazionale.

Il premier non si prenderà una pausa neppure per le vacanze di Natale che trascorrerà a stendere un piano di grandi cambiamenti in tutti i settori governativi.

Tra questi saranno compresi: l'istituzione di un dipartimento per i confini e l'immigrazione separato dal dipartimento degli interni per migliorare la sicurezza e le operazioni per il sistema di permessi richiesto nel dopo Brexit, la fusione del dipartimento del commercio internazionale con quello degli Affari per creare un organismo più potente in grado di avviare accordi commerciali con gli Stati Uniti, il Giappone e l'Australia e allo stesso tempo di trasformare l'economia dell'Inghilterra del Nord, la fusione tra il Foreign Office e il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale e la separazione del dipartimento degli affari da quello per l'energia e il cambiamento climatico.

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