Adesso Fassino è indagato per furto

Contro il deputato del Pd un video e sei testimoni: "Ha rubato lo stesso profumo altre volte"

Adesso Fassino è indagato per furto
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Adesso Piero Fassino è indagato per furto dalla procura di Civitavecchia. Il suo nome è stato iscritto sul registro degli indagati ieri mattina, dopo l'incontro tra il Pm di Civitavecchia Alessandro Gentile e gli uomini della Polaria, delegati a indagare sull'affaire dello Chanel sottratto al duty free di Fiumicino. Gli agenti nell'occasione hanno consegnato alla toga l'informativa con i video della sorveglianza e le testimonianze di sei persone - cinque donne e un uomo, tre commesse del negozio dello scalo e tre addetti alla vigilanza - che hanno tutti messo a verbale con la polizia di frontiera di aver visto il parlamentare Pd che cercava di rubare una bottiglia di profumo Chanel Chance. Una cassiera in particolare ha raccontato di aver assistito anche a un precedente presunto tentativo di furto, avvenuto prima di Natale, e a un secondo «colpo» che invece sarebbe andato a segno, lo scorso 27 marzo. Nella prima occasione il profumo, stesso modello e marca, Fassino lo avrebbe infilato nel suo trolley, salvo chiedere precipitosamente dove fossero le casse quando la commessa del duty free lo aveva avvicinato. A marzo la stessa commessa, riconosciuto il deputato, lo avrebbe tenuto d'occhio e si sarebbe accorta che, di nuovo, aveva preso un profumo Chanel infilandoselo in tasca: nell'occasione, pur essendo state avvertite le guardie giurate presenti, Fassino sarebbe andato via prima che i vigilantes riuscissero a fermarlo.

Infine, lo scorso 15 aprile, sarebbe arrivato il terzo episodio, il solo avvenuto a favore di telecamere e dunque corroborato anche dai video e non solo dalle accuse dei sei impiegati dello scalo aeroportuale. Nell'occasione, secondo le testimonianze raccolte nell'informativa della Polaria, Fassino di fronte agli agenti chiamati per fermarlo avrebbe tentato di chiudere la faccenda derubricandola a mera distrazione e cercando di pagare tardivamente il profumo.

Ora il pm Gentile potrebbe convocare il parlamentare per sentire anche la sua versione, per poi decidere in che modo procedere: il magistrato, infatti, potrebbe scegliere di chiedere al gip l'archiviazione del procedimento per insussistenza di prove - strada al momento complessa viste le numerose testimonianze e la presenza dei video che riprendono l'intera scena - o di archiviare in virtù della «particolare tenuità del fatto», considerando il valore della merce al centro del presunto furto: una possibilità sulla quale, secondo l'Agi, si starebbe riflettendo in procura.

L'ultima opzione, invece, è quella meno favorevole all'esponente del partito democratico, ossia la chiusura indagini che preluderebbe, previa richiesta di autorizzazione a procedere diretta alla Giunta di Montecitorio, a una richiesta di rinvio a giudizio per il parlamentare.

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