Altre scissioni nei 5s. E i dissidenti preparano i ricorsi contro Conte

Nel mirino la mancata iscrizione al M5s di Giuseppi. Fuga in Emilia-Romagna: via in 37

Altre scissioni nei 5s. E i dissidenti preparano i ricorsi contro Conte

L a parola chiave per interpretare ciò che sta accadendo negli ultimi giorni, viene spiegato nel M5s, non può che essere «ansia». Il nuovo leader Giuseppe Conte, tra una scivolata sui talebani e una gaffe sulla Sharia, è preoccupato dalle questioni interne al partito. L'ex premier è alle prese con un Movimento tutt'altro che pacificato. E dopo un'estate bollente, per i Cinque Stelle si prospetta un autunno caldo. Come già preannunciato subito dopo le prime votazioni sulla piattaforma SkyVote, a settembre potrebbero partire i primi ricorsi sulle consultazioni online dei primi di agosto sulle modifiche statutarie e sulla leadership di Conte. Secondo quanto appreso dall'Adnkronos, un gruppo di attivisti è pronto a ricorrere alle carte bollate. Nel mirino, oltre a una serie di vizi procedurali e relativi alla convocazione dell'assemblea degli iscritti, c'è il nodo della mancata iscrizione del neo presidente al M5s. Un paradosso che potrebbe costare caro all'avvocato di Volturara Appula. Chi ha in mano il dossier parla anche di una mail inviata dal M5s all'Associazione Rousseau a fine luglio, quindi qualche giorno prima delle votazioni su SkyVote. Nel messaggio il Movimento chiedeva alla no-profit di Davide Casaleggio di inserire Conte nell'elenco degli iscritti, forse per mettersi al riparo da eventuali problemi legali. Nella risposta alla mail, da Rousseau si limitavano a spiegare che non toccava più a loro gestire il supporto. Mentre sul nuovo sito del M5s non è ancora possibile iscriversi al partito. Una situazione che potrebbe generare l'ennesimo rompicapo legale. Chi c'è dietro il ricorso? A firmare l'impugnazione sarà un gruppo di semplici attivisti, ma, stando a quanto risulta al Giornale, i ricorrenti hanno il supporto di eletti nazionali e regionali, sia fuori dal M5s sia ancora dentro il partito. E, come riferiscono fonti vicine al dossier, i ribelli sono pronti a convocare una conferenza stampa nei primi giorni di settembre.

Come se non bastasse, Conte è impensierito dalla scissione dell'Emilia-Romagna. Dove 37 grillini tra attivisti, consiglieri ed ex consiglieri comunali hanno annunciato la loro uscita dal M5s. Tra loro nomi di spicco come l'ex candidato governatore del 2020 Simone Benini e Daniele Ghirarduzzi, già candidato sindaco di Parma. Il gruppo dei parlamentari fuoriusciti L'Alternativa c'è ha messo il cappello sull'iniziativa, annunciando per il 1 settembre «un'assemblea nazionale dei territori» in videoconferenza. E poi c'è il capitolo dei soldi. Solo 76 parlamentari su 234 sono in regola con le nuove modalità di finanziamento al M5s. Allo stesso tempo, il nuovo Movimento di Conte sta appianando i debiti con Rousseau. Fino a questo momento i Cinque Stelle hanno versato a Casaleggio 316mila e 590 euro.

A margine una curiosità: l'Associazione che gestiva la piattaforma grillina ha chiesto al M5s una cifra tra 20 e 30mila euro per aver predisposto le operazioni necessarie al voto sull'organo collegiale. Il 29 giugno, dopo la lite con Conte, era stato Grillo con un post a chiedere che si svolgesse quella votazione su Rousseau e non su SkyVote.

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