L'appunto

Il premier scommette sull'intreccio Regionali-Italicum

Renzi non fa mistero del fatto di vedere le elezioni anticipate come unica alternativa al via libera a riforme e Italicum

Il premier scommette sull'intreccio Regionali-Italicum

Chi si attende grandi sorprese o smottamenti dal voto di oggi della Camera sulle riforme istituzionali resterà con ogni probabilità deluso. Siamo, infatti, ancora nella fase di riscaldamento. Quello dei segnali di fumo in cui l'attenzione è concentrata sullo studio dell'avversario. Troppo larga, d'altra parte, la maggioranza di cui gode il governo a Montecitorio per ipotizzare che il voto contrario delle opposizioni possa semplicemente impensierire Matteo Renzi.

La vera sfida, dunque, si giocherà a Palazzo Madama, dove il cosiddetto ddl Boschi – il disegno di legge che prevede la modifica del Senato così da eliminare il bicameralismo perfetto – dovrà tornare per la seconda lettura. Qui i numeri sono decisamente più tirati e le macerie del patto del Nazareno rischiano di essere un ostacolo serio per la maggioranza. Soprattutto se al voto contrario di M5S, Forza Italia, Lega e Sel si dovessero sommare i voti della minoranza dem che oggi alla Camera dovrebbe presentarsi in ordine sparso. Per dirla con Pier Luigi Bersani, «è probabile che ci saranno comportamenti diversi», anche se il vero obiettivo a cui punta la fronda del Pd è l'Italicum. Ed è proprio sulla riforma della legge elettorale – che arriverà alla Camera dopo la tornata elettorale di maggio – che rischia di giocarsi la partita decisiva del governo. Che la minoranza dem guidata da Bersani sia pronta a scavare le trincee non è infatti un mistero. E non è affatto escluso che il loro ostruzionismo possa saldarsi a quello dell'opposizione, Forza Italia compresa. Che al Senato, è vero, votò a favore della riforma della legge elettorale ma difficilmente dopo il «no» di oggi alle riforme potrà seguire una sorta di «doppio binario».

Certo, non è incidentale il fatto che il redde rationem al Senato sia in calendario dopo il voto delle Regionali. E dunque con ben chiari gli equilibri elettorali tra Pd, M5S, Forza Italia e Lega. Non proprio un dettaglio, visto che Renzi non fa mistero del fatto di vedere le elezioni anticipate come unica alternativa al via libera a riforme e Italicum.

Se il Pd dovesse uscire rafforzato dalle Regionali, dunque, la minoranza dem – che rischia di non trovare spazio nelle liste elettorali nel caso di voto anticipato – potrebbe magari venire a più miti consigli pur di tenere in vita la legislatura. Discorso che vale anche per Forza Italia.

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